Roma - Berlusconi si rifà vivo per esultare e fare da pungolo al governo. Lo fa in un'intervista a Studio Aperto nella quale gongola per il successo ottenuto con il decreto del fare. Molte norme contenute nel provvedimento, specie quelle che tagliano le unghie a Equitalia, sono marcate Pdl. Bene così. Ma poi avverte Palazzo Chigi: nessun freno al calo delle tasse. Le risorse ci sono e vanno trovate tagliando la spesa pubblica. Il Cavaliere vuole imporre la rotta al governo, non certo affondarlo. Quindi le larghe intese devono continuare.
Prima la bandiera da sventolare alta: «Sono molto soddisfatto - dice a proposito del decreto del fare - Ieri sera ho fatto i complimenti ai nostri ministri che si sono battuti per introdurre le misure che avevamo promesso in campagna elettorale. Tutti cambiamenti necessari per il sistema Equitalia: la prima casa non si potrà più pignorare, così come i macchinari per le imprese. Davvero un grande risultato», gioisce il Cavaliere. È lo shock per far ripartire l'economia? Berlusconi è soddisfatto ma non si sbilancia: «È un buon inizio. È stata sospesa l'Imu sulla prima casa ma tra poco si dovrà passare all'abrogazione definitiva». Non solo: gli altri cavalli di battaglia pidiellini scalpitano: «Non dovremo assolutamente aumentare l'Iva mentre a breve dovremo procedere con la detassazione per chi assume, soprattutto giovani. E poi dovremo passare in fretta dal sistema delle autorizzazioni ex ante ai controlli ex post per le nuove iniziative». Insomma, il core business del governo deve coincidere con il programma del Pdl, unica ricetta per far ripartire l'economia. I temi sono noti: fisco più leggero, meno burocrazia, costo del lavoro più basso.
Naturalmente il Cavaliere viene stuzzicato sul nodo risorse. Molti esponenti del governo e ampi settori della maggioranza di sinistra tentennano e continuano a ripetere che di soldi non ce ne sono più. E qui il Cavaliere quasi si irrita. «Le risorse si trovano. Si devono trovare». Berlusconi, in collegamento telefonico ad Arcore, ha davanti a sé il Corriere della Sera con cerchiato a penna l'editoriale di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. Titolo: «Coraggio, un taglio forte alla spesa». Il Cavaliere condivide in pieno il pensiero dei due editorialisti che attaccano il ministro dell'Economia Saccomanni, reo di piangere sulla carenza di risorse e di tentennare sulla cura dimagrante dello Stato. Berlusconi snocciola le cifre: «Le risorse si devono trovare perché non è possibile che sugli 800 miliardi di costo della macchina dello Stato, che diventano 351 miliardi l'anno di spese al netto degli interessi sul debito pubblico e delle prestazioni sociali, non si possano trovare otto miliardi: 4 per l'abolizione dell'Imu e 4 per lo stop all'aumento dell'Iva».
Poi, come ricorda anche il Corsera, Berlusconi rievoca la commissione istituita l'anno scorso: «Una commissione aveva individuato, in accordo con Confindustria, una decina di miliardi di possibili tagli ai sussidi alle imprese». Ecco la vera strada da percorrere: tagliare sprechi e spese. Il campo per le prossime battaglie è individuato ma la partita andrà giocata fino in fondo senza abbandonare il match. Ossia: l'esecutivo non rischia. Per ora. Berlusconi lo dice chiaro e tondo: «Il nostro sostegno a questo governo è convinto e leale. Un governo che è espressione di un fatto storico, anzi di un fatto epocale: quello della collaborazione fra il centrodestra e il centrosinistra che avviene dopo decenni di contrasti anche aspri. E io spero davvero che questa collaborazione possa durare e che il governo perseveri nei provvedimenti necessari per uscire da questa crisi, a partire naturalmente dall'abrogazione dell'Imu sulla prima casa e dallo stop all'aumento dell'Iva».
Le parole d'ordine non cambiano. Come non cambia la strategia della responsabilità. Per ora, almeno. Nel Pdl e nel Pd i mugugni non mancano.
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