All'ora di pranzo tutti in attesa dei sorteggi di champions league di calcio. Chi si beccherà la Juventus? Chi Mourinho? Poi è arrivato l'abbinamento imprevisto, non dall'urna di Nyon, sede dell'Uefa, ma dal microfono di Sky sport.
Trattasi di pubblicazione di matrimonio, è avvenuta in diretta satellitare alla presenza di milioni di testimoni spiazzati nel ruolo, così come la futura sposa. Leonardo Nascimento de Arajuo, brasiliano nativo di Niteroi, il cinque di settembre del millenovecentosessantanove, ex calciatore e oggi manager dirigente del Paris Saint Germain, ha chiesto la mano, a lei personalmente, ad Anna Billò, italiana, nata a Sovico il tre di dicembre del millenovecentosettantasei, laureata in sociologia, giornalista e fidanzata del cui sopra.
«Anna non mi fa domande oggi?» ha detto Leo e l'Anna in studio, forse intuendo, si è messa in barriera: «No, io evito». Allora il fantasista brasilero è andato diritto al gol: «No? Allora ti faccio una io: vuoi sposarmi?». La Billò sembrava la Gioconda, presente Leonardo ci stava pure: «Mah per carità!» ha cercato di mettere la palla in calcio d'angolo. Di nuovo Leo in gol: «Mi ha detto di no due volte e adesso?». La barriera ha ondeggiato, la Billò con temperatura basale da barbecue ha mollato gli ormeggi, «Sì, va bene», aggiungendo: «Ma è impazzito!!
».
Qui è incominciata la commedia, la favola, la storia romantica, zucchero a velo, confetti, coriandoli, bravi, Peynet, rose rosse, tra lo studio centrale e il promettente sposo in diretta televisiva da Nyon, Svizzera, sede dell'Uefa, dopo aver appena appreso di un altro tipo di accoppiamento, il Paris Saint Germain giocherà contro il Barcellona, roba da luna di miele: «Abbiamo preso il Barcellona, ci sposeremo due volte una a Milano l'altra in Brasile». I famigliari sono stati dunque avvertiti, compreso il pupino Tiago, di anni due, che Anna ha regalato a Leo come anello di vita, non soltanto di fidanzamento che dura dal duemila e nove, molto più del governo Monti.
È mancato, in verità, un dettaglio, tipicamente giornalistico e perfido. Anna Billò, messa da parte la borsa del ghiaccio, avrebbe dovuto domandare al richiedente: «Ma tu rimani a Parigi o no?». Radio mercato riferisce di un ritorno a casa, nel senso di Milano, del brasiliano che vive di saudade per l'Anna e per il nostro calcio, così meno cocoricò di quello francese, carico di emiri ma senza il pathos e il casino nostrani. Parigi varrà una messa ma Milàn l'è un gran Milàn e poi Rio non vi dico.
Storia comunque bella in un mondo, quello del football, dove pullulano veline e sciupafemmine, ominicchi gonfi di denari e vuoti di anima che non riconoscono figli o figlie e se la svignano insegnando la morale altrove.
Non è stata una carrambata da strappalacrime e vai con la pubblicità, ma un colpo di vita e di scena non organizzato se non da un fidanzato innamorato della sua bella italiana.
E, lasciatemelo dire, vedere un ex calciatore, e oggi dirigente di football, mettersi in ginocchio dinanzi a una giornalista è il massimo della goduria. Auguri. E altri figli maschi. Non in diretta, presumo.
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