Cartellino rosso dei pm ai genitori di SuperMario "Diffamarono la Fico"

Francesco e Silvia Balotelli saranno processati per una lettera in cui ribattevano alle pesanti accuse lanciate contro il figlio dalla soubrette

Cartellino rosso dei pm ai genitori di SuperMario "Diffamarono la Fico"

Non soltanto gli arbitri. Non soltanto i difensori avversari che lo castigano. Non soltanto il pubblico che lo molesta e lo insulta. Pure i piemme. Balotelli, basta la parola, come il confetto lassativo. In verità trattasi dei suoi genitori adottivi,indagati per una lettera pubblicata sulla Gazzetta dello Sport con parole e pensieri offensivi della reputazione e dell'onorabilità di Fico Raffaella, un tempo legata al calciatore, dal quale ha, avrebbe avuto, una figlia non ancora riconosciuta. Francesco Balotelli e Silvia Nostro, genitori di Mario, hanno appreso che il pubblico ministero di Milano, Ferdinando Esposito, anche qui ci risiamo con alcune coincidenze anagrafiche, ha chiuso le indagini, in vista della richiesta del rinvio a giudizio a loro carico. La Gazzetta del 27 dicembre scorso aveva pubblicato una lettera dei Balotelli piuttosto acida. Allego alcuni passaggi: «Cara Raffaella, ti scriviamo questa lettera aperta non solo perché siamo i genitori di Mario, ma anche perché ti abbiamo conosciuta quando sei stata ospite di Mario qui a Concesio… Abbiamo letto la tua ultima intervista a un noto settimanale (Chi n.d.r)... Crediamo infatti che nostro figlio non sia quell'essere irresponsabile e senza dignità che tu hai descritto. Da tempo purtroppo i tuoi interlocutori sono pubblico, giornalisti e fotografi. Non hai avuto la minima esitazione a esternare periodicamente ogni tuo sentimento confondendo verità e finzione pur di suscitare interesse e apparire in copertina.

Certo, avrai le tue ragioni per fare della tua vita un evento mediatico, per far entrare telecamere e cronisti ovunque, ma non puoi trascinarci tutti con te e, soprattutto, non puoi vendere per vera la storia che ti fa più comodo infangando la dignità altrui. “Come hai fatto a innamorarti dell'uomo che vai descrivendo?”, ti chiede a un certo punto il giornalista nell'intervista che da ultimo hai rilasciato. Tu rispondi che non lo sai e torni all'episodio di Manchester di fine aprile 2012, quando Mario, trasformatosi in un “mostro”, improvvisamente ti cacciò fuori da casa come non si fa neppure con un cane. Così ti esprimi. E no, Raffaella, le cose non andarono proprio così! La vostra storia era già finita a inizio aprile! Oggi racconti che eri già incinta; può essere ma perché allora hai detto a Mario della tua gravidanza solo a fine giugno, durante gli Europei, ovviamente informando prima la stampa pur di avere la ribalta di una ennesima copertina? Lui ti chiese solo una cosa: la privacy… Mario al telefono il giorno dopo, profondamente amareggiato e ancora più deluso per le foto del vostro incontro “segreto” vendute ai giornali.

Ma non ti sembra poi di aver lucrato abbastanza sulla storia con Mario? Quando pensi di poter voltar pagina e magari far parlare di giornali di te per qualcosa che hai fatto tu? Invece parli sempre e solo di Mario e da ultimo arrivi a sentenziare che Mario è privo dell'istinto della paternità, lui che ha subito l'abbandono, ora abbandona quella che secondo te è sua figlia! Di una cosa in fine siamo certi: Mario, o chiunque altro fosse al suo posto, oggi forse sarebbe al tuo fianco se tu avessi capito in tempo che l'AMORE vale assai più del DENARO e della NOTORIETÀ».
Seguono le firme. La parola alla difesa, non quella del Milan, mi auguro.

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