Casablancas, il re sfacciato che ha fatto ricca la bellezza

Bello, scandaloso, senza scrupoli. Trasformò le modelle della moda in dive planetarie e superpagate. "Ma nessuna mi ha detto grazie"

Casablancas, il re sfacciato che ha fatto ricca la bellezza

Era scandalosamente bello «l'uomo più bello che i miei occhi avessero mai visto» lo battezzò Jeanette Christjansen, che pure era miss Danimarca e che per non sbagliare se lo sposò. Sbagliò. John Casablancas era bello ma impassibile, sempre tirato a lucido come un pescecane, gli piaceva di più vivere di passioni brevi e tumultuose, mescolare senza farsi troppi scrupoli affari e piaceri personali, vizi privati e pubbliche virtù. Si innamorò della figlia di una parrucchiera di San Diego, Stephanie Seymour, che sarebbe diventata una delle cento donne più belle del nuovo Millennio, ma aveva solo 16 anni quando lui ne aveva 41. Non fu la sola minorenne e non era la prima. Ma il matrimonio finì lì. Era circondato di femmine magnifiche, aveva una solida fama di playboy, si portava volentieri il lavoro a casa. Voleva stare sulla bocca di tutti non solo su quella delle sue ragazze.

John Casablancas, ultimo dei tre figli di Fernando e Antonia Casablancas, diventati ricchi con il tessile dopo essere fuggiti dalla guerra civile spagnola, pensava che il lavoro dovesse essere una costante ricerca di emozioni e che la passione fosse l'arma più potente. Scandaloso perchè senza limiti. La sua agenzia di modelle «Elite Model Management» era una lampada di Aladino per adulti, un paese delle meraviglie, una linea di confine tra ieri e domani: «Prima le modelle erano solo modelle - si raccontava qualche anno fa all'Huffington Post - Poi siamo arrivati noi e abbiamo fatto dell'apparenza un mito». In nemmeno dieci anni Elite stravolge per sempre l'industria della bellezza. Dove Jerry e Eileen Ford, padri padroni della «Ford Models», avevano portato un senso etico quasi puritano nel mercato delle modelle, fatto di regole severe, pagamenti su misura come un abito e orari di lavoro standardizzati, Casablancas aveva piantato la bandiera della provocazione incoraggiando le sue ragazze a godere di uno stile di vita fatto di champagne, feste sfrenate e trasgressioni senza limiti. Per trent'anni, da quando a Parigi mise al mondo la sua creatura, è stato il re dei sogni probiti e della bellezza senza confini. Dallo scrigno di Casablancas sono uscite Cindy Crawford, Naomi Campbell, Claudia Schiffer Linda Evangelista. E poi Andie MacDowell, Kim Alexis, Paulina Porizkova, Iman, Heidi Klum and Gisele Bundchen. Il paradiso in terra. É l'uomo che ha glamourizzato il business e trasformato le modelle in icone pagate non per quello che fanno ma per ciò che rappresentano. «Noi non ci svegliamo per meno di 10.000 dollari al giorno» sintetizzò a Vogue lo spirito di corpo di Elite.Un nuovo modo di essere quello che si è. Spiegò: «Le mie ragazze non sono un catalogo da sfogliare. Fanno moda. Perchè hanno qualcosa da dire e da esprimere qualcosa». I fatturati decollano, i cachet delle sue model diventate top si inseguono nelle hit parade dei più pagati del pianeta.

Con le altre agenzie è guerra senza quartiere fatta di colpi bassi, cause legali, pettegolezzi. Le «Model Wars» fanno la fortuna anche dei tabloid. Lo portano in tribunale, lo accusano di bracconaggio, lo bollano come «squallido e sleale», ma l'unico risultato è quello di fargli pubblicità. Della reputazione gli importa poco delle critiche ancora meno. «Sono sempre lo stesso ragazzo che amava la sensualità in tutte le cose. E ho sempre guardato alle mie modelle come donne». Gli è però fatale un documentario choc della Bbc che indaga sugli angoli oscuri della moda. Abusi su minorenni, droga. Anche se non coinvolto nello scandalo, Casablancas se ne va.Crea una scuola di modelle, poi un'agenzia, Illusion 2K, di «top on line», bellezze virtuali «che non mangiano niente, mantengono le curve, non hanno foruncoli e non chiedono aumenti». Si sposa con Aline Wermelinger, conosciuta diciassettenne pure lei, ha cinque figli.

Viveva a Miami, è morto a Rio de Janeiro dove da tempo combatteva un tumore. Aveva 70 anni. E un solo rimpianto: «Ho portato le ragazze a vette che nessuno avrebbe potuto immaginare, ma nessuna mi ha mai ringraziato per questo». Scandalosamente vero.

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