Il Cav agli italiani: «Scusate, non ce l'ho fatta»

Nel libro di Vespa il rammarico di Berlusconi per gli obiettivi non raggiunti: "La crisi ha annullato i nostri sforzi"

Normalmente i politici le chiedono, non le offrono agli elettori. Questa volta, invece, Silvio Berlusconi ribalta lo schema, e pur invocando le attenuanti legate alla crisi economica e alla tempesta finanziaria, rivolge le proprie scuse agli italiani.

«Pensavo di chiedere scusa agli italiani perché non ce l'ho fatta» dice il presidente del Pdl nell'ultimo libro di Bruno Vespa, «Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo» in uscita da Mondadori Rai Eri. Il riferimento è al mancato raggiungimento degli obiettivi promessi, dovuto a vari fattori ricordati di recente. In primis la crisi economica innescata dalla bolla immobiliare americana, ma anche la speculazione internazionale che ha scommesso contro la tenuta del nostro Paese. Senza dimenticare l'influenza esercitata dalla Germania sui tavoli europei. Un combinato disposto che lo ha costretto a fare un passo indietro e a favorire il passaggio di consegne a Mario Monti.

«La crisi ha cancellato i nostri sforzi, anche se noi abbiamo lasciato la disoccupazione al punto più basso degli ultimi vent'anni», spiega l'ex premier ricordando, tuttavia, come il suo governo sia riuscito a rendere più accettabile il morso della recessione. «Abbiamo garantito la pace sociale negli anni più duri della crisi. Abbiamo impiegato 38 miliardi in ammortizzatori sociali. Abbiamo tagliato le spese ai ministeri con la prima vera spending review e attuato il più grande stanziamento sulla cassa integrazione della storia italiana».

Ma al di là delle le perturbazioni economiche che hanno fatto saltare i piani del suo governo, Berlusconi non rinuncia a guardare al futuro. È vero che ha pensato di non entrare in Parlamento? chiede Vespa. «Sì, è vero anche se sto ricevendo pressioni da tutti i miei di restare in campo come padre fondatore del movimento». In ogni caso «il passo indietro è stato fatto per ricompattare i moderati». «Ho rinunciato a correre a Palazzo Chigi perché alcuni leader del centrodestra sono afflitti da un vero complesso nei miei confronti. Senza di me sarà più facile ricompattare gli elettori dell'area moderata dentro una sola coalizione. È l'unico modo per battere la sinistra».

Dalla generica battuta sui leader che soffrono di un «complesso» nei suoi confronti, si entra poi più nel dettaglio. «Casini non può tradire una vocazione moderata. Casini non può tradire una tradizione di alternativa alla sinistra, che risale appunto alla vittoria dei democristiani e dei moderati nel '48». Per quanto riguarda Luca Cordero di Montezemolo il suo posizionamento politico non è in discussione: «È scontato che il suo movimento faccia parte del centrodestra».

Dal centrodestra al Pdl, Berlusconi smentisce chi lo accredita di freddezza nei confronti delle primarie. «Saranno un evento storico non perché saranno le prime nella storia del nostro movimento, ma perché dovranno scegliere il successore di Berlusconi. Un confronto aperto, libero, di alto profilo politico, di personalità del nostro movimento che vogliano segnalarsi come protagonisti, che portino avanti la tradizione e i valori della nostra rivoluzione liberale, che risveglino lo spirito del '94 per salvare il Paese e impedire che governi la sinistra». Il tutto accompagnato da un attestato di stima e un colorito elogio nei confronti del segretario del Pdl. «Alfano è il miglior protagonista oggi in circolazione, il miglior “figo del bigoncio”, come si usa dire. Non soltanto per le sue doti di intelligenza, ma anche per la sua correttezza e lealtà. Angelino è preparato, è coraggioso, è uno che mantiene la parola data». Alfano - chiede Vespa - ha recuperato quel quid di cui gli contestava la mancanza? «Non ho mai affermato nulla del genere - replica il presidente del Pdl -. All'inizio smentivo tante dichiarazioni fasulle che mi venivano attribuite tra virgolette, poi mi sono arreso». Qualcuno sostiene, chiede ancora Vespa, che dopo il suo intervento a villa Gernetto la leadership del segretario si sia indebolita.

Non è più difficile riprendere un dialogo con l'area di centro che sta faticosamente formandosi? «Questo qualcuno - dice Berlusconi - sbaglia di grosso. Alfano è il nostro segretario a pieno titolo e con il sostegno di tutti, e sarà lui a prendere gli accordi con le altre componenti del centrodestra. Se metteranno giudizio».

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