Il Cav punta tutto sui club e pensa di non candidarsi

Berlusconi non vorrebbe forzare la mano in vista del 10 aprile, resta l'ipotesi del nome nel simbolo. Lo sfogo sul partito: uno schifo. Bossi: "Darà battaglia"

Il Cav punta tutto sui club e pensa di non candidarsi

La verità è che «nulla è ancora deciso». Questo dice chi è di casa a Palazzo Grazioli, questo ripete pure Silvio Berlusconi a chi ha occasione di sentirlo. Certo, il leader di Forza Italia resta con la testa sulle sue traversie giudiziarie e sulla data fatidica del 10 aprile (quando si terrà l'udienza per decidere dei servizi sociali), perché sarebbe stupido pensare che certe cose possano cambiare da un giorno all'altro. E allo stesso modo rimangono sul tavolo le diverse opzioni ventilate per la campagna elettorale in vista delle europee di fine maggio, con le scelte definitive che arriveranno solo dopo che il Tribunale di sorveglianza di Milano avrà stabilito quali e quanto restrittive saranno le limitazioni imposte all'ex premier. D'altra parte, stabilire prima il da farsi sarebbe quanto meno azzardato.
Così, Berlusconi si divide tra una lunga riunione di due ore a Palazzo Grazioli con il coordinamento di Forza Italia della Calabria guidato da Jole Santelli e un vertice sulle europee per ragionare sulle candidature a Bruxelles e sulla futura campagna elettorale. Da farsi soprattutto grazie ai Club Forza Silvio, l'ala movimentista di Forza Italia su cui l'ex premier punta molto per cercare di recuperare un rapporto con il territorio. Che il rapporto con il partito – e con la sua struttura organizzativa – sia ormai ai minimi termini non è infatti una novità, tanto che nonostante le insistenze Berlusconi si è ben guardato dal convocare (e quindi formalizzare) quell'Ufficio di presidenza cui tanto tenevano i big azzurri. Non è un caso che il Cavaliere – che dovrebbe rientrare ad Arcore questa sera - stia valutando di «allungarsi» a Roma fino a domani per benedire la convention dei Club Forza Silvio organizzata da Marcello Fiori che si terrà domani all'Eur. Con buona pace del partito che – non lo nasconde Berlusconi nelle sue conversazioni private – ormai considera «uno schifo».
Nessuna novità consistente neanche sul fronte delle Europee, a parte il fatto che il leader di Forza Italia avrebbe rinunciato all'idea di forzare la mano e candidarsi comunque al Parlamento Ue. Sarebbe, stanno insistendo i suoi avvocati e anche alcuni dei suoi collaboratori, una forzatura che non porterebbe nulla di buono in vista dell'udienza del 10 aprile (per altro la decisione sull'affido ai servizi sociali è prevista almeno una settimana dopo, ormai passato il termine per la presentazione delle liste elettorali che scade il 15 aprile). Resta in piedi, invece, l'idea di mettere nel simbolo il nome «Berlusconi». Per due ragioni. La prima politica, perché a quel punto i voti a Forza Italia potranno essere idealmente considerati un sostegno diretto all'ex premier nonostante non possa correre alle elezioni europee. La seconda tecnica, visto che il rischio concreto che molti elettori di Forza Italia scrivano comunque sulla scheda il nome Berlusconi è concreta. In questo caso il voto potrebbe essere dichiarato nullo perché “riconoscibile” e il fatto di avere la dicitura “Berlusconi” dentro il simbolo sarebbe un dettaglio decisivo in sede di discussione della validità o no del voto.
Per il resto, tutto fermo in attesa del fatidico 10 aprile. Con la sola certezza che il Cavaliere non è intenzionato a farsi da parte. Questo, almeno, ha detto a Umberto Bossi quando la scorsa settimana lo ha incontrato a cena ad Arcore.

«Gli ho chiesto se aveva deciso di farsi da parte o se voleva continuare a lottare», racconta il Senatùr in Transatlantico. «E lui – dice Bossi – mi ha assicurato che non ha intenzione di rinunciare a lottare: vuole continuare a dare battaglia».

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