Quando c’è da criticare il governo guidato da Giorgia Meloni, e in particolare la presidente del consiglio italiano, la sinistra è molto brava a utilizzare le parole e la fantasia. Ogni volta, chi più e chi meno, dalle parti dell’opposizione mediatica si riesce sempre a inchiodare la premier alle sue colpe, ovviamente stando alla loro narrazione antigovernativa. Ora, però, forse si è sorpassato il limite. Durante l’ultima puntata de La Torre di Babele, il programma di approfondimento storico e politico condotto da Corrado Augias, è andato in scena un attacco senza precedenti contro la premier.
In questa puntata de La Torre di Babele, Umberto Galimberti è intervenuto nell’intervista con Corrado Augias per commentare l’operato della Presidente del Consiglio. Da qui la domanda di Augias: “Ma Meloni ci è o ci fa?”. Galimberti prima ha riflettuto sul concetto di collera in politica, sostenendo che Meloni “recita la parte della collera”. Poi, a stretto giro, ha analizzato criticamente le riforme del suo governo: dalla sanità alla scuola, fino al sistema fiscale. Secondo il filosofo, molte delle promesse riformiste si traducono in una sorta di “make-up linguistico”, dove si dichiara di aver fatto, ma in realtà non sono stati compiuti cambiamenti sostanziali. Da qui l’analisi della figura di Giorgia Meloni e della sua capacità comunicativa. “È bravissima”, dice Galimberti, “perché noi siamo più attratti dagli attori che dai pensatori. E lei questo lo ha capito benissimo.”
Poi ha risposto all'attacco della premier che dal palco di Bari ha accusato il
filosofo di essere un intellettuale da salotto: "Tutti quelli che gridano, anche nella vita quotidiana, quando si mettono a gridare è perché non hanno molti argomenti da esporre. Quindi l’urlo è un segno di debolezza".