La città che ha sfrattato la bandiera Ue

La prima mossa di Rachline, neosindaco di Fréjus eletto col Front national: "Ho buttato quel vessillo nel bidone". Sostieni Europa ribelle

La città che ha sfrattato la bandiera Ue

David Rachline, il nuovo sindaco di Fréjus sulla Costa Azzurra, ha solo 26 anni ed è una stella nascente nel Front national (FN) di Marine Le Pen, ovvero il partito definito dall'Establishment mediatico in Occidente «estrema destra», «antisemita», e «razzista», quindi impresentabile. La cosa che dovrebbe far riflettere è questa: il padre di Rachline, morto quando lui aveva solo 16 anni, fu non solo socialista e assicuratore, ma anche di una famiglia di immigrati e di ebrei.
Appena eletto, Rachline ha tolto la bandiera europea che aveva sventolato accanto a quella francese da tanti anni dal balcone del municipio nel centro storico di Fréjus che si trova tra Cannes e Saint Tropez. Ora, quella bandiera che - diciamolo - è la più noiosa e più brutta bandiera esistente sul pianeta non c'è più. Quel homme!

L'EXPLOIT DEL FN

Alle recenti comunali, alla fine di marzo scorso, il FN ha realizzato il suo miglior risultato da quando fu fondato da Jean-Marie Le Pen nel 1973. Correndo solo in una minoranza dei municipi ha vinto in 11 paesi - ben quattro nella sua roccaforte tradizionale del Midi. Fréjus è stato il più grande paese conquistato (popolazione 55mila, tasso di disoccupazione 15%, forte presenza di musulmani: 17% secondo alcuni). Ora, secondo i sondaggi, il FN - sostenuto dal 20% al 25% dei francesi - si giocherà le elezioni europee della settimana prossima (il 22-25 maggio) con i neo gaullisti dell'Ump, ben davanti ai socialisti di François Hollande. «Finire in testa sarebbe un coup de tonnerre salvateur (un colpo di tuono salvatore, ndr)», mi dice David Rachline nel suo ufficio al primo piano del municipio.
Il Front national è nettamente contro non solo l'euro ma anche l'Unione europea. Quindi, quella bandiera europea non è solo una brutta cosa ma anche il simbolo malefico di tutto ciò che va male in Francia e in Europa, di tutto ciò che sta distruggendo la patria francese e il popolo francese. Dove si trova adesso? «Non lo so, forse nel bidone», mi ha risposto con un sorriso capriccioso.
Ma non è un reato penale, al giorno d'oggi - che ne so - vilipendio al santo emblema della pace in Europa che secondo gli eurocratici e gli eurofili c'è stata negli ultimi 70 anni solo grazie all'Ue? «Non mi importa. La turbolenza in Europa oggi in ogni caso proviene dall'Unione europea e non viceversa».

COME NAPOLEONE

Inutile negarlo, fisicamente, David Rachline somiglia a Napoleone Bonaparte, nato sulla vicina Corsica, è tornato in Francia d'urgenza dal lontano Egitto nel 1799, proprio a Fréjus per salvare la rivoluzione francese dall'abisso. Rachline, come il suo sosia, è basso e sta già diventando calvo, e possiede dei piedi notevolmente grandi. Malgrado tutto ciò ha una presenza carismatica e simpatica. I suoi nonni ebrei, da parte di padre, sono fuggiti dall'Ucraina negli anni '30 e dalla fame micidiale voluta da Stalin che aveva ucciso fino ai 7,5 milioni di ucraini. Ed eccolo, oggi, primo cittadino di Fréjus - «ex» straniero e «ex» ebreo - l'uomo nuovo della destra estrema di Marine Le Pen. Allora, Monsieur le Maire, mi sono avventurato, la moneta unica? «Le nazioni europee devono riprendere possesso della loro sovranità. La moneta unica sta massacrando il popolo francese. La Francia deve uscire dall'euro, tornare al franco e svalutare subito». L'Unione europea, invece? «Stop. Tout de suite! Fuori». Marine Le Pen - eurodeputato dal 2004 - ha fatto di tutto per «de-demonizzare» il FN da quando è diventata il leader del partito di suo padre nel 2011. Però... Come mai lei, ho chiesto al sindaco di Fréjus, figlio di un ebreo e di una famiglia proveniente dall'Ucraina, milita nel Front national da quando aveva 15 anni? Diciamolo: Il FN è sempre stato un po' antisemita e nel 1987 ad esempio Jean-Maria Le Pen ha definito l'Olocausto «un dettaglio della storia». «Conosco molto bene Jean-Marie Le Pen e non ha mai detto, o pensato, o fatto nulla di antisemita. Se lo avesse fatto non farei parte del Front National. Dare a noi dei razzisti è soltanto una strategia usata nei nostri confronti dai nostri avversari perché non hanno più argomenti seri. L'unica cosa che possono fare ormai è gridare: siete dei razzisti».

IL NODO IMMIGRAZIONE

Cosa si deve fare a proposito dell'immigrazione? «Stop immediato!». Non è razzista? «No. Sono contro l'immigrazione ma non gli immigrati. Sono il sindaco di tutti». Tutti puntano sul presunto antisemitismo e/o razzismo del FN ma la cosa più interessante è che in realtà il FN non è di destra ma di sinistra. Come il fondatore del fascismo, Benito Mussolini, che fu rivoluzionario socialista prima di creare il fascismo, Marine Le Pen è una socialista nazionalista (ben diversa da un nazionalsocialista alla Hitler, però) piuttosto che una socialista internazionalista. Quindi, è pro patria e nazione ma contro il libero mercato e il capitalismo. Per lei, come per la destra europea, lo Stato è la soluzione; per la destra anglosassone, invece, lo Stato è il problema. Una vera alleanza con Nigel Farage (leader del partito antieuropeo inglese UKIP) sarebbe quindi impossibile. Che due icone degli anni '60 Brigitte Bardot e Alain Délon sostengano il Front national la dice lunga. «Si sono pentiti delle conseguenze della loro bellezza? Chissà...». Bardot abita vicino a Fréjus, a Saint Tropez, e compie gli 80 anni quest'anno. Il suo quarto marito dal 1992, Bernard d'Ormale, era un braccio destro di Jean-Marie Le Pen. «D'Ormale mi ha chiamato per congratularsi con me», mi diceva Rachline. Rachline ha lavorato più o meno unicamente per il FN in vita sua - a parte due anni da agente immobiliare. Ultimamente ha gestito il sito internet del partito. Non si è laureato ma sicuramente ha letto più libri del 99% dei laureati. «Voglio ridare alla Francia la sua sovranità», mi dice. «Malhuereusment», dice, non è sposato ma durante il mio soggiorno a Fréjus l'ho visto spesso in compagnia di una bionda deliziosa. «L'ho assunta al Comune due settimane fa - ha bisogno di scarpe nuove».

PROTEZIONISMO

Da socialista nazionalista doc, crede al ritorno del protezionismo perché «indispensabile» per difendere l'economia francese dalle forze malefiche della globalizzazione. Rachline è agnostico. «Se fossi credente sarei cattolico», diceva. Non è circonciso ed è contro i matrimoni gay «perché non hanno un senso». Sull'anulare porta un anello argentato con sopra le parole «Forget Me Not» (non mi dimenticare), il nome del suo gruppo rock preferito. Fuma molto e beve il rosé - il vino tipico della Provence - almeno per questo andrebbe molto d'accordo con l'inglese Farage che fuma come due turchi e beve come una fogna.
Io sono venuto dall'Italia a Fréjus in treno da Ventimiglia, ho raccontato al sindaco, la stazione era piena di africani vogliosi di raggiungere la Francia. In treno da Ventimiglia a Fréjus, nessuno mi ha controllato né il biglietto, né il passaporto. Che fare? «La Francia deve uscire da Schengen tout de suite. Ma non solo.

Se l'Ue funzionasse, si potrebbe al limite discuterne, ma l'Ue ormai si è dimostrata un fallimento totale». A Fréjus, non ci sono camicie nere in giro, o skinhead, ma non è difficile trovare gente che ha votato per il Front national. E non si vergognano neanche. Anzi. Allons enfants de la Patrie...

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