Via (coi Verdi contro) al San Siro bis. Ma i club vogliono lo "scudo penale"

Trattativa finale, non ancora accettata dalle squadre, sul recesso in caso di indagini. L'assessore Grandi dice no e ora rischia. Salvini: "Senza chiarezza giusto non votare"

Via (coi Verdi contro) al San Siro bis. Ma i club vogliono lo "scudo penale"
00:00 00:00

La giunta approva - dopo due ore di discussione, la «bocciatura» dell'assessore dei Verdi Elena Grandi e una lettera del consulente legale arrivata al fotofinish sulla richiesta di «scudo penale» da parte dei club - l'operazione di vendita dello stadio e delle aree intorno a Milan e Inter. «Ora la palla passa al Consiglio» afferma la vicesindaco Anna Scavuzzo fissando la prima Commissione domani e prima seduta utile il 25 settembre, voto «non oltre entro il 30», deadline fissata dai club. Scavuzzo ha assunto ad interim (e probabilmente fino a fine mandato) le deleghe alla Rigenerazione urbana dopo le dimissioni di Giancarlo Tancredi e non nasconde che la trattativa con le squadre sul finale è stata «difficile», hanno «giocato tutte le palle possibili senza lasciarne una, ovviamente fanno la loro partita». E l'ultimo nodo si è aperto ieri e ha fatto allungare la seduta. É la richiesta di «scudo penale», chiamiamolo così, chiesto dai club in caso di inchieste, visti i ricorsi aperti in tutte le sedi. Nelle 159 pagine del dossier è stata inserita la lettera, datata ieri, del consulente legale del Comune Alberto Toffoletto (studio Advant Nctm) in cui si cita la richiesta di un «regime di protezione dell'acquirente» nel caso in cui si apra un procedimento penale che, «anche qualora poi si rivelasse infondato», possa avere l'effetto di «bloccare i lavori o impattare negativamente sulla bancabilità dell'operazione». Advant ha formulato una proposta che preveda l'obbligo tra le parti di valutare una risoluzione consensuale del progetto in presenza di indagine che impedisca l'avvio o, qualora si apra l'inchiesta nei primi 9 mesi dalla stipula del contratto, riconosca a ciascuna parte il diritto di recesso, con restituzione delle aree e diritto comunque ad affittare il Meazza per i successivi 5 anni. L'avvocato però conclude che «al momento non sappiamo se la nostra proposta sia considerata accettabile dalle squadre». Scavuzzo ribadisce anche che nell'ultimo incontro «abbiamo fissato a 22 milioni il limite della contributo», leggi sconto, nessuno immagina che i 14 tagliati possano mettere a rischio un piano da 1,2 miliardi, ma «scioglieranno le riserve alla fine». Il Milan ha in canna ancora la minaccia dell'accordo di programma in corso sulle aree a San Donato qualora saltasse la vendita («non vogliono ristrutturare e non l'hanno ancora ritirato» spiega la vice), l'assessore allo Sport Martina Riva, a fianco della vice con Emmanuel Conte e con il resto della giunta ad assistere alla conferenza stampa - ricorda ai consiglieri indecisi anche la lettera della Figc che «comunica al Comune che alla luce dei requisiti individuati dalla Uefa, non è possibile confermare la conformità di San Siro ai requisiti previsti per Uefa 2032», Le principali carenze su sostenibilità (solo 3 rispettati su 8), aspetti sportivi (11 su 22), sicurezza (6 su 16)». Sala non è all'incontro stampa, parte subito dopo la giunta per partecipare a Genova a un incontro con la sindaca (in ascesa) Pd Silvia Salis. I dettagli dell'intesa. Ad acquistare il «compendio San Siro» sarà una società-veicolo controllata dalle società, che comunque sottoscriveranno il contratto. Dei 197 milioni del prezzo di vendita, 73 saranno versatisubito al Comune, la parte restante in due rate garantita da fideiussioni. C'è la clausola «Earn out» o anti speculazione, obbliga l'acquirente a versare plusvalenze generate in caso di vendita a terzi nell'arco dei primi 5 anni dalla stipula del contratto. Il primo step: il 50% della parte eccedente se il trasferimento avviene entro 18 mesi, il 32% entro 36 mesi e il 15% tra 37 e 60. Scavuzzo avverte che si potranno presentare odg ma il testo «non sarà emendabile». Si tornerà in aula con «il piano attuativo». Sono trascorsi oltre 6 anni, 2.261 giorni dalla presentazione del primo masterplan dei club (10 luglio 2019).

Per il presidente del Milan Paolo Scaroni l'ok «è una buona notizia, un passo avanti iniziato tanti anni fa. Sarà lo stadio più bello d'Europa, da milanesi saremo fieri». Per il presidente dell'Inter Beppe Marotta «un passaggio importante. Speriamo bene in aula».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica