di Se il Pd cerca la sponda del nuovo grande protagonista, il partito di Beppe Grillo, deve preoccuparsi di un bel problema per evitare un traumatico ed evidente «mercato delle vacche». Sarebbe una macchia sull'intera storia d'Italia e sullo stesso Pd se qualsiasi trattativa si svolgesse senza affrontare un aspetto intollerabile del leader e del Movimento 5 Stelle. Non si dovrebbe, cioè, neppure avere a che fare con un partito che sul blog del capo, nelle sue parole e in quelle dei suoi, mostra di covare un profondissimo sentimento antiebraico e antisraeliano, condito da teorie della cospirazione che coinvolgono gli Stati Uniti, accusati di dare come gli ebrei la scalata al dominio del mondo, e dall'esaltazione di un regime oppressivo e genocida come quello iraniano. Il conflitto israelo palestinese lui lo vede così: «La Palestina è sotto il tallone di Israele, alleato degli Stati Uniti».
La Shoah viene ridicolizzata: «Eichmann ha gassato tre milioni di persone per un ideale distorto». Grillo oltretutto ci offre qui la sua versione del negazionismo riducendo da sei a tre milioni le vittime della Shoah. Del resto in altra sede Grillo aveva citato quella che per lui è «l'industria dell'Olocausto». Quanto a dominare il mondo «gli ebrei lo dominano attraverso l'usura, questa è una vecchia storia in Europa». Grillo, probabilmente influenzato pesantemente dalla sua gentile consorte, iraniana e, pare, affezionata al regime, sembra anche certo che Ahmadinejad non intenda affatto distruggere Israele come dice sempre, che anzi sia Israele che lo minaccia. Pensa anche che in Iran si stia benissimo e che la donna iraniana non sia affatto una vittima. Di concerto con lui i suoi sulle pagine di Facebook si lanciano: «Si può dire che Israele è uno stato canaglia, assimilabile alla Germania nazista»; «Hitler era sicuramente un pazzo razzista ma la sua idea di eliminare gli ebrei era di eliminare la loro dittatura finanziaria»; «Israele il più sanguinario, criminale, schiavista e folle governo che esista al mondo».
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