RomaSono stati arrestati dai loro stessi colleghi, per il più odioso dei reati, quello di violenza sessuale, ancora più odioso perché compiuto su donne sotto la loro custodia, una delle quali appena maggiorenne. A finire nei guai tre agenti di polizia in servizio a Roma raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura della capitale ed eseguita dagli agenti della Questura.
I fatti contestati dai magistrati si riferiscono a due diversi episodi di violenza sessuale, uno avvenuto ai danni di una giovanissima ragazza italiana, l'altro di una donna sud-americana agli arresti domiciliari. Una storiaccia, insomma, che ha per protagonisti un sostituto commissario, un assistente ed un operatore tecnico della polizia, tutti dello stesso commissariato, quello di San Basilio, ora finito nella bufera. I tre agenti sono invece agli arresti domiciliari in attesa di essere sottoposti all'interrogatorio di garanzia davanti al gip. Anche se pare che davanti ai colleghi che hanno proceduto all'arresto abbiano ammesso le loro colpe.
Il primo episodio risale al primo luglio del 2012, alla notte in cui si è disputata la finale Italia-Spagna degli Europei di calcio. La giovane, romana, che all'epoca aveva appena 18 anni, era in giro per la città in auto in compagnia della sua comitiva di amici quando è stata fermata perché trovata in possesso di una piccola quantità di hashish. Ma, a quanto pare, la serata trasgressiva le sarebbe costata molto più di una semplice denuncia. Una volta arrivato in commissariato, infatti, il gruppo di giovani è stato diviso. Mentre i maschi venivano sottoposti al fotosegnalamento e portati in un altro ufficio per le pratiche di rito, la ragazza è rimasta da sola in una stanza con un agente in borghese che avrebbe abusato di lei sessualmente. Sul momento la vittima non ha detto nulla, ha tenuto per sè quell'orribile segreto e la vicenda sembrava passata sotto silenzio. Soltato alcuni mesi più tardi è riuscita a liberarsi di quel macigno sullo stomaco e ha denunciato la violenza.
Così sono scattate le indagini, delicatissime, che dopo lunghi e complessi accertamenti, analisi di tabulati telefonici e pedinamenti, condotti dagli investigatori della squadra mobile, hanno portato all'identificazione del poliziotto che avrebbe approfittato della ragazzina all'interno del commissariato. E anche delle altre due mele marce protagoniste dell'altro episodio oggetto dell'ordinanza di custodia cautelare. Questa volta siamo nel maggio del 2013 e la vittima è una prostituta sud-americana agli arresti domiciliari dal dicembre del 2012 perché accusata di gestire insieme al marito un locale notturno con delle squillo. È stata lei a denunciare i due poliziotti che, come è prassi, di tanto in tanto andavano a casa sua per verificare che non trasgredisse le disposizioni del giudice.
In entrambe i casi è stato accertato che le vittime non sarebbero state picchiate, ma costrette a subire i rapporti sessuali dalla sudditanza psicologica di fronte al ruolo che rivestivano gli agenti.
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