Comunicato del Cdr

Gli editori per la prima volta nella storia decidono di pubblicare una lettera aperta su quotidiani e periodici per spiegare le loro ragioni sul mancato rinnovo del contratto dei giornalisti. Inconsueto ma legittimo. Ciò che suona strana è invece la logica del loro ragionamento. Gli editori dicono di difendere la libertà di stampa e il diritto di tutti i lettori di essere informati, di non poter sostenere i costi onerosi del contratto giornalistico. Quindi che fanno per risolvere il problema? Rifiutano di sedersi intorno a un tavolo, respingono ogni confronto e dialogo. La Fieg oggi pretende di «raffreddare» gli scatti d’anzianità, ma non offre nulla in cambio, dando così l’impressione di voler solo svalutare il lavoro dei giornalisti. La Fieg vuole flessibilità, dimenticando che la flessibilità ha un prezzo e gli editori vogliono farlo pagare tutto ai giornalisti. Meno diritti in cambio di che cosa? Il problema è che la loro ricetta per aumentare i ricavi è una sola: tagliare il costo del lavoro giornalistico. E se la situazione è così critica come la dipingono con un annuncio ai lettori perché rifiutano il dialogo? Gli editori infine accusano i giornalisti di mirare a uno stravolgimento dei ruoli, di voler comandare in «redazione». Basta entrare in una redazione per capire che non è vero.

Se c'è qualcuno che vuole stravolgere i ruoli, trasformando la professione di un giornalista in quella di un semplice impiegato, sono proprio gli editori. Con buona pace per la libertà di informazione.
Il Cdr del Giornale

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