Confessione choc del grillino «È Casaleggio il vero leader»

Nel partito di Beppe Grillo sta per scoppiare una guerra dopo la confessione - off the record - che il consigliere emiliano Giovanni Favia dell'M5S ha rilasciato ieri sera a Piazza pulita su La7. Rivelando - una volta per tutte - il piccolo segreto che il comico nasconde: il vero leader politico del movimento è il guru del web Roberto Casaleggio. «Casaleggio prende per il culo tutti perché da noi la democrazia non esiste - è l'amara verità strappata dal reporter di La7 al consigliere -. Grillo è un istintivo, lo conosco bene, non sarebbe mai stato in grado di pianificare una cosa del genere. C'è una mente freddissima molto acculturata, molto intelligente dietro, che di organizzazione, di dinamiche umane, di politica se ne intende». «Casaleggio controlla dall'alto tutto?», chiede il cronista «Quando qualcosa non va telefona o fa telefonare Grillo. Il problema è che loro hanno messo in moto una macchina che sarebbe una bomba se loro superassero quella complicità di sistema padronale che hanno». Il potere logora anche chi si sente già la vittoria in tasca? Pare di sì: «Stavano già andando in crisi con questo aumento di voti - dice Favia - quindi o si levano dai cogl... oppure il movimento gli esploderà in mano. In rete non si può più parlare». Nel partito della democrazia dal basso non si accettano dissidenti. Come Valentino Tavolazzi - grillino della primissima ora - cacciato dal movimento. Un errore: «Espellendo Tavolazzi ha soffocato nella culla un dibattito che stava nascendo in rete in contrapposizione alla gestione Casaleggio». Guai a dirlo in giro, però. «Tra gli eletti ci sono degli infiltrati di Casaleggio, quindi noi dobbiamo stare molto attenti quando parliamo. È spietato, è vendicativo. Adesso vediamo chi manda in Parlamento, perché io non ci credo alle votazioni on line, lui manda chi vuole». In trasmissione è spuntato anche un documento sui referendum legati al Vaffa-day che dimostrerebbe come Grillo, in caso di successo del quesito, sarebbe stato l'unico beneficiario del finanziamento pubblico. Un'idea di Casaleggio, of course.
Ora Grillo farà molta fatica a negare l'evidenza. Non basterà il veto imposto ai suoi di non andare in tv o di andarci a suon di euro, visto che scandalo degli spazi autogestiti senza contraddittorio pagati con il finanziamento pubblico nato in Emilia-Romagna si allarga anche al Piemonte, dove i grillini per la stagione 2011/2012, hanno sottoscritto un contratto da diecimila euro col network locale Bouquet tv, specializzato in cucina, ricette e gastronomia ma aperto anche all'informazione politica per «n. 100 clips di circa 3 minuti cadauna», si legge nel contratto pubblicato sul forum del M5S Piemonte. Il titolare della Bouquet tv si chiama Raffaele Minervini, ed è spesso lui ad intervistare i politici che comprano spazi nella sua tv. «Persino la capogruppo di Sel Monica Cerutti ha messo mano al portafoglio pur di apparire in qualche imperdibile programma», scrive il giornale online Lo Spiffero.
Il problema delle possibili sanzioni è già stato sollevato da Ordine dei giornalisti, Corecom e Agcom dopo la vicenda dei grillini emiliani (anche loro in forma pay tv). E anche tra i 5 stelle c'è qualche dubbio. Tracce del dibattito si trovano sul forum del M5S Piemonte. Il capogruppo in Regione, Davide Bono, annuncia la chiusura del contratto con Bouquet tv, altri come l'astigiano Fabio Martina, gli rispondono così: «Scusa, ma uno spazio perché Fassino dica la sua a Porta a Porta, senza contraddittorio, non sarebbe informazione pilotata?». A questi dubbi si aggiunge un altro particolare. Non solo Bouquet tv vende spazi ai partiti piemontesi, ma è anche finanziata dalla Regione Piemonte, come riporta il grillino Martina sul suo blog.

Due delibere del 2011 con cui si erogano prima 23.400 euro poi 9.600 euro «a favore della ditta Bouquet tv di Torino» per due diverse prestazioni. Il capogruppo Bono ha preferito non rispondere. Probabilmente Casaleggio non gli ha ancora detto come farlo.

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