"Conte ha distrutto il M5S. Con lui soltanto disastri"

Il figlio del cofondatore: "Il movimento fondato da Grillo è finito, ovvio che gli elettori scappino"

L'ex pentastellato Davide Casaleggio
L'ex pentastellato Davide Casaleggio

Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, il fondatore dei 5 Stelle insieme a Beppe Grillo, è molto deluso dal declino del movimento. Però dice che quel che conta è la democrazia dal basso, e che quella, con l'aiuto della tecnologia, rinascerà. Ha appena scritto un libro, Gli Algoritmi del Potere per descrivere l'impatto dell'Intelligenza Artificiale sulla società e la politica e tiene molto al progetto Camelot.vote, ovvero la nuova sfida di gestire i voti e le assemblee digitali legalmente riconosciute nelle associazioni.

L'intelligenza artificiale influirà sulla vita pubblica?

«Inizialmente impatterà sull'economia. Già c'è questo impatto. In Italia 1 milione e 700 mila lavoratori saranno sostituiti in tempi brevi dall'intelligenza artificiale. Altri vedranno migliorato il loro lavoro. Altri non subiranno impatto».

Dunque va gestita?

«Sì. A livello mondiale si stima che ci saranno 5 milioni di nuovi posti di lavoro e 300 milioni di lavoratori che saranno sostituiti».

E sulla produzione impatterà?

«Aumenterà la produttività. Aumenterà il Pil. In Italia è previsto un aumento dell'8 per cento».

Quindi la società cambia?

«Si, certo. Persino la giustizia sta passando per l'intelligenza artificiale. Pensi alla giustizia sportiva, tutta fondata sulla tecnologia. In Cina l'Ia sta intervenendo anche nelle aule di giustizia. Propone al giudice la sentenza».

E in Occidente?

«In Gran Bretagna hanno testato un sistema per cui la detenzione preventiva viene suggerita dall'intelligenza artificiale e non dal pm».

Sulla politica?

«Il 2024 è il primo anno nel quale la metà della popolazione mondiale va al voto. Non era mai successo. E nelle campagne elettorali l'intelligenza elettorale sta intervenendo. Il Presidente indiano Modi è riuscito con l'IA a tenere comizi in tutte le lingue e i dialetti indiani, che sono tantissimi».

Che idea si è fatto dello scandalo dossier? È a rischio la democrazia?

«Io sono stato vittima del dossieraggio. Il problema è evitare che succedano queste cose. Servono organismi terzi, senza conflitti di interesse, che controllino».

E talvolta i dossier sono falsi

«Sì, è successo a mio padre. Quando era già morto uscirono articoli sui giornali che sostenevano che lui avesse preso dei soldi dal Venezuela, sulla base di un documento falso. Ci sono voluti anni per stabilire la verità. Era tutto falso e il giornalista è stato condannato in via definitiva per diffamazione. Ma ci sono ancora 185 articoli presenti online che ne parlano».

Era possibile fermare subito quella campagna?

«Avrebbe potuto farlo il presidente del Consiglio che era a conoscenza tramite i servizi segreti del tentativo di calunnia

da oltre un anno prima che uscisse, ma non lo ha fatto».

Chi era il premier?

«Conte».

Non le è mai venuta in mente l'idea di entrare in politica?

«Ho contribuito da volontario a creare un movimento che poi è andato al governo. Non è politica?».

Oggi le dispiace vedere la crisi del suo movimento?

«Sostanzialmente sono stati disconosciuti tutti i principi del movimento, ovviamente gli elettori si stanno allontanando. Una elezione dopo l'altra. Il M5S ha perso 6 milioni di voti alle politiche e altri 2 milioni di voti alle europee. Di mille consiglieri comunali che c'erano all'inizio della gestione Conte ne sono rimasti 150. Questa è la gestione Conte».

È una esperienza chiusa?

«Quella esperienza che avviammo con mio padre e Grillo sicuramente si. Se oggi dovessi pensare a una ripresa politica, penserai alla possibilità di fare partecipare le persone direttamente a singole battaglie, con gli strumenti digitali. In massa».

Il M5S deve allearsi con il Pd per sopravvivere?

«Mah. A me preoccupa il fatto che la metà degli italiani non va a votare. Non penso che l'obiettivo della politica possa essere quello di fare un'alleanza con questa o quella forza politica, nella speranza di avere qualche consigliere regionale in più».

Qual è il vero valore del M5S che oggi viene meno?

«In generale la partecipazione dal basso. Quella era la promessa. La partecipazione attiva è scomparsa. Non si sa più nemmeno quanti sono gli iscritti Non so quanti partiti in Europa abbiano un garante che non può conoscere il numero degli iscritti».

È stato un errore entrare nel governo Draghi?

«Il Movimento ha fatto tanti errori quando ha escluso il potere della base. È successo così anche con la scelta di entrare nel governo Draghi».

Si è imborghesito il movimento?

«Oggi c'è un solo organo del partito. Il Presidente. Che nomina tutti gli altri organi e che è stato votato da mono-candidato. Un accentramento delle decisioni mai visto. E se queste decisioni non funzionano è chiaro di chi è la responsabilità. Non si sfugge».

Immigrazione. Il Movimento non si è mai stracciato le vesti a favore dell'accoglienza. Fa bene il governo a contrastare l'immigrazione irregolare?

«Da una parte è ovvio che c'è una questione di gestione dei flussi. Dall'altra bisogna capire cosa si fa in Europa. Il regolamento di Dublino non funziona. Bisogna che si stabilisca che le persone che vogliono venire qui in Europa chiedano il permesso dal paese dal quale emigrano, a quel punto probabilmente sceglierebbero i Paesi del nord Europa ed eviterebbero

di morire sui barconi, almeno quelli che ne hanno diritto. Su questo penso si debba fare la battaglia per superare il regolamento di Dublino».

Dell'operazione Albania cosa pensa?

«È uno dei tanti modi per aggirare il regolamento di Dublino».

Ambientalismo. C'è una convergenza con il Pd?

«Il tema non lo vedo più sul campo. Non vedo più temi politici nel movimento, vedo solo attenzione alle poltrone».

Solo poltrone?

«Tutte le battaglie che io vedo necessarie possono essere portate avanti senza l'intermediazione delle forze politiche».

Niente cose che escono dal Palazzo?

«Cosa esce dal Palazzo? A me pare niente. Le leggi sono fatte dal governo. Il Parlamento non c'è più, al massimo riesce ad approvare una legge l'anno di iniziativa parlamentare, se va bene».

Una delle vostre battaglie era per la trasparenza

«Scomparsa. Nessuno sa dove sia. Il peggior nemico della democrazia non è la dittatura ma è l'illusione della democrazia».

Non c'è democrazia nel movimento?

«Ci sono i palliativi. La democrazia no».

Rinascerà?

«Si, ma per vie diverse da quelle che conosciamo».

Lei guarda il movimento e come si sente? Deluso, rassegnato?

«Ho perso gli aggettivi e anche i participi».

Suo padre che è stato il Deus ex Machina nella creazione del movimento, cosa direbbe oggi?

«Più o meno, credo, le cose che dico io. Il suo obiettivo non era costruire un movimento, era cambiare la società».

Martedì si vota negli Stati Uniti: lei tifa per qualcuno dei due candidati?

«Avere solo due scelte per una carica così importante è un difetto della democrazia».

Facciamo il gioco della torre. Chi butta giù?

«Uno dei due candidati ha avuto i voti alle primarie, dal basso, l'altra no. E allora dico Trump. Se invece devo pensare a come la presidenza degli Stati Uniti possa impattare sulla situazione del mondo, mi auguro che chiunque vinca possa spingere per la pace».

Ultima domanda: c'è stata ingratitudine di Conte nei confronti di Grillo?

«Diciamo le cose

come stanno: Conte ha inanellato un numero incredibile di disastri elettorali. Ha bisogno di trovare dei colpevoli rispetto alla sua gestione. Però credo che ormai Conte abbia esaurito le persone alle quali dare la colpa».

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