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Il Conte No Vax e i vaccini sperimentali ai poliziotti

Nel 2020 Pd e grillini volevano usare le forze dell'ordine come cavie ma per fortuna non se ne fece nulla. E oggi l'ex premier rivendica il suo no all'obbligo vaccinale

Il Conte No Vax e i vaccini sperimentali ai poliziotti

Lo scontro di ieri in commissione Covid sull’audizione dei danneggiati dal vaccino riaccende le polemiche su No Vax, green pass e obbligo vaccinale in pandemia. Nel tardo pomeriggio di ieri il capogruppo FdI al Senato Lucio Malan dava notizia su X di un concitato Ufficio di presidenza della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid in cui Pd e M5S si sarebbero opposti all’audizione delle associazioni dei danneggiati da vaccino Covid “per non fare la rassegna dei No Vax”. Nel suo post, il senatore Malan fa notare che tale pretesto è privo di logica: “Se non sei vaccinato non puoi avere avuto danno dal vaccino!”. Qual è il problema? È plausibile pensare che i commissari dei partiti di opposizione - usciti a pezzi dal filone in chiaro sulla prima ondata pandemica (gran parte è infatti ancora secretato) - abbiano timore che le storie dei danneggiati da vaccino scoperchino l’ennesimo vaso di Pandora su scelte di salute pubblica. Proprio in questi giorni, Il Giornale ha intercettato una lettera del Sindacato Autonomo di Polizia (SAP) - i cui iscritti sono un quarto degli aderenti alle Forze di Polizia - del 15 aprile 2020 ed indirizzata all’allora capo della Polizia, Franco Gabrielli. Il Segretario Generale Stefano Paoloni, scriveva di avere appreso da fonti giornalistiche che l’Advent-IRBM di Pomezia stava collaborando con lo Jenner Institute dell’Università di Oxford ad una sperimentazione “per rendere utilizzabile rendere utilizzabile il vaccino anti-Covid già a settembre per vaccinare personale sanitario e Forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole”.

Una decisione che sarebbe atata presa non attraverso Ema o Aifa ma dal convincimento dello stesso Ceo di Advent, Pietro Di Lorenzo: “In virtù dei dati acquisiti nelle ultime settimane, il primo lotto del vaccino partirà da Pomezia per l’Inghilterra, dove inizieranno i test accelerati su 550 volontari sani. Si è deciso di passare direttamente alla fase di sperimentazione clinica sull’uomo, in quanto abbiamo ritenuto sufficientemente testata la non tossicità e l’efficacia del vaccino sulla base dei risultati di laboratorio, che sono stati particolarmente efficaci”. Piccola premessa: lo Jenner Institute è lo stesso istituto di ricerca che ha collaborato alla creazione del vaccino AstraZeneca, la cui somministrazione è stata sospesa dall’Aifa il 15 marzo 2021 (agli albori della campagna vaccinale), così come da moltissime altre autorità sanitarie europee, per via dei significativi dubbi proprio sugli effetti avversi. Dubbi che sono diventati certezze quando, nel maggio 2024, è stata la stessa causa farmaceutica a ritirare il siero dal mercato mondiale in seguito a persistenti tassi anomali di gravi effetti avversi. Nella sua missiva, Paoloni chiedeva a Gabrielli su quale presupposto “un’azienda privata può esternare pubblicamente una siffatta iniziativa nei confronti del personale delle forze dell’ordine senza alcuna intermediazione da parte del ministero dell’Interno e senza che la notizia sia stata mai smentita”, aggiungendo che tale iniziativa faceva apparire pubblicamente le Forze dell’Ordine come una sorta di “cavia da laboratorio”. Il 14 luglio 2020, era intervenuto sul tema l’ex senatore M5s Elena Fattori, finita nel Misto nel 2018 dopo aver avuto pesanti frizioni con i vertici del partito guidato proprio da Giuseppe Conte per posizioni che lei ed i suoi colleghi ritenevano No Vax. Lo stesso Conte, intervistato ad Atreju dal direttore del Giornale Tommaso Cerno, ha ammesso di avere sempre strizzato l’occhio a No Pass e No Vax tanto da scomodarsi per chiamare personalmente l’ex premier Mario Draghi contro il provvedimento che avrebbe imposto il green pass e l’obbligo vaccinale, salvo poi votare a favore della misura per non far cadere il governo.

I dubbi della Fattori sono importanti se si pensa che la scienziata ha lavorato per vent’anni proprio per Advent-IRBM e conosceva perfettamente le procedure di sperimentazione clinica dei vaccini: “Io sono contentissima che dall'IRBM venga un vaccino, ma deve passare tutte le fasi di sperimentazione clinica necessarie. Occorrono due anni. A nessuno venga in mente di usarlo come terapia compassionevole, come è scritto sul sito del ministero della Salute”, scriveva la aenatrice. Che due mesi prima, insieme ad altri senatori ex M5s del Misto, aveva depositato un atto di sindacato ispettivo nel quale specificava che come da decreto ministeriale del 7 settembre 2017, il ricorso al cosiddetto "uso compassionevole" è previsto “per un medicinale sottoposto a sperimentazione clinica, al di fuori della sperimentazione stessa, in pazienti affetti da malattie gravi o rare o che si trovino in pericolo di vita, quando, a giudizio del medico, non vi siano ulteriori valide alternative terapeutiche, o nel caso in cui il paziente non possa essere incluso in una sperimentazione clinica". In aggiunta, “il vaccino non è terapeutico in quanto previene e non guarisce da una patologia, quindi l'uso compassionevole non è pertinente con il caso del vaccino”; e che “il personale sanitario e quello delle forze dell'ordine non sono "pazienti" ma persone sane e nulla osta al loro eventuale coinvolgimento volontario in una sperimentazione clinica”. La Fattori non è certo una No Vax, anzi nell’atto di sindacato ispettivo sottolineava come il personale medico e delle forze dell’ordine fosse particolarmente esposto al virus ed avrebbe tratto un grande beneficio da un vaccino.

Tuttavia, il pericolo “per l'applicazione dell'uso compassionevole di farmaci non ancora completamente verificati forieri di una quota di rischio” doveva ritenersi troppo alto e poteva essere minimizzato dall'uso di strumenti di protezione individuale e dall'età media di tali lavoratori. Un chiarimento doveroso sulla normativa relativa all’uso compassionevole dei farmaci lo si evince proprio leggendo il decreto Legge del 7 settembre 2017 in cui per uso compassionevole si intende “l'uso terapeutico di medicinale sottoposto a sperimentazione” ed a cui si fa ricorso “per il trattamento di pazienti affetti da patologie gravi, malattie rare, tumori rari o in condizioni di malattia che li pongano in pericolo di vita”.

Quando si discuterà in commissione Covid di vaccini il dibattito su green pass e obbligo vaccinale è il caso che qualcuno ricordi chi voleva inoculare sieri sperimentali ai poliziotti e chi era davvero vicino ai No Vax.

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