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Così la banca finanziava le salamelle del Pd

Soldi anche a Italianieuropei,la fondazione culturale di D'Alema

L'insegna di una filiale della banca Monte dei Paschi di Siena
L'insegna di una filiale della banca Monte dei Paschi di Siena

Una banca costruita intorno a te, Partito Democratico. Quando a bussare allo sportello è il partito, il credito è agevolato, il prestito garantito, il tasso d'interesse favorevole. Se poi serve pubblicità alle Feste del Pd, Mps si offre volontario. Succede un po' ovunque, nelle centinaia di feste del Pd, Siena inclusa, vicino al quartier generale della banca rossa. Alla Fortezza ogni sagra del partito, tra agosto e settembre, ha come sponsor il Monte dei Paschi. Sponsor nel senso che «Il Monte» paga per apparire col suo brand in quella vetrina che è l'ex Festa dell'Unità. Diecimila euro, non un capitale, ma in stagione di vacche magre buttali via. Così anche l'anno scorso d'estate, quando al vertice della banca non c'era già più Mussari ma Alessandro Profumo, ex ad Unicredit, in ottimi rapporti con la presidente (senese) del Pd, Rosy Bindi, con cui sua moglie si candidò nel 2007. Questione di feeling, ma anche di finanziamenti. Ecco, per esempio, la fattura del 24 settembre 2012 emessa dal Pd di Siena verso Mps Siena Spa, Piazza Salimbeni. Il contratto prevede il diritto ad un'inserzione pubblicitaria nel famoso «Catalogo generale della manifestazione», ed anche uno «Spazio espositivo all'interno della struttura fieristica», opportunità di marketing ritenuta evidentemente imperdibile dai nuovi vertici di Mps, finalmente «indipendenti dalla politica» come hanno tenuto a sottolineare nell'ultima infuocata assemblea dei soci. Sponsorizzazioni Mps per le Feste del Pd in tutta la Toscana, in provincia di Arezzo, dove Mps sponsorizza il club di calcio, poi in tutta Italia, anche se un computo complessivo non c'è. «Anche alla Festa nazionale Pd negli anni scorsi abbiamo è capitato di avere Mps come sponsor - racconta Lino Paganelli, ex responsabile Feste del Pd -. Ma sulle feste locali ogni tesoreria provinciale ha un suo bilancio, quindi è difficile dire quanti migliaia di euro di pubblicità Mps compri nelle nostre Feste». Centomila euro l'anno? 200mila? Di più? Sarebbe utile saperlo, per confermare la reale separazione tra Mps e partito che il Pd rivendica. Di fatto, un finanziamento del partito da parte della banca, i cui dirigenti - scelti dal Pd - da sempre versano una «erogazione liberale» al Pd di Siena, chi 30mila o chi come l'ex Mussari 75-100mila l'anno. Ma Mps non finanzia solo il Pd, anche le fondazioni culturali dei capi Pd. Quella di Massimo D'Alema, ad esempio, la Fondazione «Italianieuropei», nel 2009 ha incassato 582 mila euro di pubblicità, aziende che fanno a gara per accaparrarsi - a pagamento - una pagina nella rivista Italianieuropei, che va a ruba. Fra tanti colossi economici ovviamente c'è il Monte. Altre volte sono concessioni gratuite, come per un convegno di Italianieuropei a Roma su «Gli scenari dopo la crisi», relatori D'Alema, Amato, Saccomanni (Bankitalia). Nella locandina si ringraziava «Mps per la gentile concessione della sala». Mentre in un altro convegno, su «Il territorio come capacità collettiva», Italianieuropei «ospitava» Mussari. Una banca costruita intorno al Pd. Il dubbio è se l'aiuto arrivi anche per la campagna elettorale, come finanziamento.

Così ipotizza il finiano Bocchino che alla deputata pd De Micheli ha detto in faccia: «La De Micheli sta facendo la campagna elettorale anche con i soldi che Mussari ha prestato al suo partito». E' così? Quanti altri candidati Pd hanno una mano dal Monte?

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