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Così l'Abruzzo degli inquisiti è riuscito a ridurre le tasse

Il governatore Chiodi, coinvolto nell'inchiesta sui rimborsi alla Regione, ha tagliato Irpef e Irap per 33 milioni: a beneficiarne sono 550mila contribuenti

Così l'Abruzzo degli inquisiti è riuscito a ridurre le tasse

Roma - Il suo slogan è «Non solo parole». E Gianni Chiodi nei suoi anni da «governatore» abruzzese ha dimostrato di essere più avvezzo a mettere in campo fatti concreti piuttosto che chiacchiere. Tanto da riuscire per il secondo anno consecutivo a tagliare le tasse a cittadini e imprese. Un miracolo non molto conosciuto a livello nazionale - in un panorama complessivo in cui le addizionali regionali sono in costante e inesorabile crescita - frutto di un rigido programma di spending review, applicato fin dal suo ingresso in Regione nel 2008. Per decenni l' Abruzzo ha speso molto più di quelle che erano le sue entrate, aumentando costantemente il suo debito. Nel 2000 il rosso era di 500 milioni di euro. Una progressione che lo ha portato ai 4 miliardi del 2007, di cui 2,5 miliardi del sistema sanitario. Nel 2008 Chiodi rilevò una Regione sull'orlo del fallimento, travolta dallo scandalo Sanitopoli, con la prospettiva di essere costretto a mettere pesantemente le mani nelle tasche dei contribuenti per procedere al risanamento. «Oggi il debito è sceso a 530 milioni di euro – sottolinea il governatore – senza dimenticare che il 60% di tale importo è in contenzioso e dunque pagheremo solo se avremo torto».

Risultati indiscutibili che neppure l'inchiesta della Procura di Pescara sulla Rimborsopoli abruzzese può scalfire. Tanto più che Chiodi fatica a nascondere l'amarezza per essere stato tirato dentro una indagine di questo tipo, pur essendo l'unico presidente di Regione in Italia che non usa il cellulare istituzionale ma si paga da solo le bollette e pur avendo restituito due anni fa 45mila euro di spese di rappresentanza su 50mila euro di dotazione e lo scorso anno 47.500 euro su 50mila.
Quel che è certo è che l'Abruzzo - fino a pochi anni fa «regione canaglia» dal punto di vista finanziario - si conferma come una eccezione virtuosa nel panorama nazionale. E procede per il secondo anno consecutivo a una reale riduzione delle tasse con l'Irap per le imprese che scende del 25%, con l'aggiunta di una piccola diminuzione delle addizionali Irpef per i cittadini con reddito fino a 28mila euro. «Per il secondo anno consecutivo, dopo la riduzione del 30% della tasse agli abruzzesi avvenuta nel 2012 – spiega Chiodi – siamo l'unica regione in Italia a ridurre la pressione fiscale. A rendere possibile questo risultato è stata la constatazione da parte del ministero dell'Economia della solidità economico-finanziaria della nostra regione e del miglioramento dei livelli essenziali di assistenza. Nel 2008 abbiamo ereditato 2 miliardi e mezzo di debiti nella sanità, frutto di una politica dissennata. Oggi abbiamo decurtato quella cifra spaventosa».

Il taglio ammonterà a 33 milioni di euro e a beneficiarne saranno 550mila contribuenti. Un intervento che sommato a quello dello scorso anno porta il totale a 73 milioni di tasse ridotte nel giro di un biennio. Una manovra che ha già avuto il semaforo verde del tavolo di monitoraggio interministeriale. Chiodi smentisce che questi risultati siano arrivati attraverso lacrime, sangue e tagli indiscriminati e rivendica il suo modello di amministrazione. «Rispetto al 2008 spendiamo più soldi per la sanità, ma soprattutto li spendiamo meglio, sottraendoli a sprechi e privilegi». A settembre, poi, potrebbe esserci una ulteriore «certificazione», con la fine del commissariamento della sanità regionale.

Una serie di passaggi che potrebbero contribuire a rendere l'Abruzzo più attraente anche per eventuali investitori stranieri.

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