Due diligence, due misure. Quelle reali e quelle fittizie. Dal software contabile ai giustificativi per i rimborsi (comunicazione, viaggi, pubblicità) alla gestione dei conti correnti, l’analisi dei consulenti KStudio Associato, LS Lexjus Sinacta e Studio Patti sui conti della Margherita è desolante: trasparenza zero e spese fuori controllo. La relazione completa, consegnata ieri mattina ai pm romani, potrebbe aprire un nuovo fronte nell’inchiesta che vede indagato l’ex tesoriere Luigi Lusi per un ammanco di 20 milioni di euro.
DEPISTAGGIO CONTABILE
Gli esperti si concentrano infatti sulle «operazioni con la TTT srl (società di Lusi, ndr)» riscontrando, nel periodo 2007-2010, ben 96 fatture relative a «operazioni inesistenti» per 13 milioni e 579mila euro che «sono state imputate impropriamente in diverse voci del conto economico senza alcun criterio di classificazione in funzione della natura dei relativi costi». Una confusione contabile ben organizzata, insomma, che potrebbe far pensare che il «criterio “causale” adottato fosse teso unicamente a diluire gli importi rilevanti tra diverse voci di costo al fine di rendere meno agevole la loro identificazione».
TESORIERE GIRAMONDO
La Margherita, nel 2011, ha pagato all’agenzia di viaggi Dolby Travel di Roma circa 228mila euro «quasi interamente riconducibili a servizi di viaggio fruiti dal sen. Lusi e/o persone a lui riconducibili». Sempre nello stesso anno, è presumibile che sia stata liquidata una fattura, sempre per Lusi, per un «servizio di aereo taxi Roma/Biggin Hill (Londra)/Roma per 15mila euro». In totale, dal 2007 al 2010, la Margherita ha pagato viaggi per 1 milione e 280mila euro.
SERBATOIO PIENO, CASSE VUOTE
Un altro buco nero nei bilanci dell’ex Dl, per «esercizi antecedenti al 2011», sono i «rimborsi spese per indennità chilometriche connesse all’utilizzo di un’autovettura (Lancia Thesis, benzina) di cui non è ad oggi nota la proprietà». I consulenti si soffermano sulle «diverse anomalie» dei giustificativi. Anzitutto, non si sa chi ha incassato i soldi e nemmeno chi li ha concessi, visto che manca la «firma autorizzativa». Gli importi, poi, «sono sempre a cifra tonda e di importo elevato (anche 10mila euro per 15 giorni)». E, addirittura, in alcuni casi, il rimborso chilometrico «viene corrisposto in via anticipata rispetto al periodo cui si riferisce». Anche il sistema di conteggio per l’indennità non convince più di tanto. «Il calcolo prende a riferimento le tabelle Aci nell’importo massimo previsto (1,4688 euro a km) corrispondente all’utilizzo dell’autovettura di riferimento con una percorrenza di 5mila km l’anno (quando in soli 15 giorni si rimborsano 6mila km)». Un esempio: nel gennaio 2008 «risultano rimborsati complessivamente 69mila euro a fronte di asseriti 47mila chilometri».
PAGAMENTI SULLA FIDUCIA
Nel bilancio 2011, sono saltate fuori «spese di rappresentanza per complessivi circa 132mila euro di cui circa 95mila euro sostenute a fronte di giustificativi di spesa anonimi (scontrini, ricevute) che risultano, con autorizzazione del tesoriere, pagate per cassa senza indicazione di chi ha percepito il rimborso». Anche le «spese per viaggi e trasferte elettorali» per l’anno 2011 (circa 870mila euro, pagati con «diverse centinaia di assegni di piccolo taglio, inferiori a 12mila euro emessi dal tesoriere») sono state «registrate sulla base delle risultanze degli estratti conto bancari, senza alcun documento a supporto della spesa sostenuta (copia assegni, ricevute)». Mentre «per gli anni precedenti fino al 2007» l’analisi «porta ad evidenziare una somma attualmente stimata in circa 13 milioni di euro (…) per i quali, ad oggi, non sono state eseguite ulteriori verifiche».
UNA RACCOMANDATA D’ORO
Capitava, inoltre, che alcune operazioni fossero registrate sotto giustificativi errati. «A titolo esemplificativo, il protocollo n. 980 del 4.4.2008 relativo a una raccomandata di euro 3,40, il cui supporto cartaceo è correttamente archiviato a fronte dell’originale registrazione, ad oggi risulta correlato ad uscite finanziarie in pari data tramite assegni bancari cd liberi per complessivi 630mila euro, la cui contropartita è imputata a varie voci di conto economico con la seguente causale: “Rilevato addebito su Bnl per pagamento trasferte mese aprile personale dipendente e collaboratori spese affissione manifesti”».
UN CLIENTE COME TANTI
Il saldo medio di giacenza bancaria nel 2011 è stato di 22,5 milioni di euro. L’attivo netto, con un rendimento medio netto di circa lo 0,77%, è stato di 174mila euro. Una miseria, secondo i consulenti. La Margherita è stata trattata come un normale cliente dal sistema bancario, quando invece avrebbe potuto ottenere, con «impieghi in pronti contro termine/certificati di deposito bancari a breve termine (deposito vincolato per qualche mese), un rendimento pari ad almeno il 3,5% lordo su base annua con l’ulteriore vantaggio della tassazione ridotta degli strumenti finanziari rispetto agli interessi attivi maturati sui conti correnti (12,5% anziché 27%)». Così facendo, la Margherita avrebbe incassato circa 660mila euro rispetto ai 174mila maturati nel 2011.
SISTEMA INFORMATICO COLABRODO
L’ultima stoccata è per la gestione contabile automatizzata: rete informatica non sempre protetta e il «software per la gestione della contabilità» fin troppo accessibile «da parte di chiunque sia in grado di operare nel sistema».
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