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"Coscienza pulita, li ho comprati con i miei risparmi"

La vicepresidente del Senato Rosi Mauro di nuovo in tv a Matrix: "Su di me fango. Il futuro? Non escludo nulla, neppure andare con Grillo"

"Coscienza pulita, li ho comprati con i miei risparmi"

Roma - I diamanti? «Tutto quello che ho guadagnato, l’ho guadagnato con il mio lavoro, i miei 730 sono lì disponibili a tutti, parlano». Sì, ma i diamanti? «Ho messo tanti soldi nel movimento e nel sindacato, ho fatto investimenti con il mio denaro, ma sono stufa di far entrare tutti nella mia vita privata». Sì, ma i diamanti? Anche quelli negli investimenti? «Tutto, anche le case».
Eccola, la versione di Rosi. Ospite di Matrix su Canale 5, la Mauro insiste. Non è indagata, non ha nulla da rimproverarsi, non vuole lasciare altre cariche dopo il cartellino rosso dalla Lega. «Non mi sono dimessa da vicepresidente del Senato perché ho la coscienza pulita e penso che dimettermi sarebbe come ammettere che basta una telefonata strana per tagliare i vertici delle istituzioni», spiega ad Alessio Vinci. Intenzione confermata in un’altra intervista, quella che compare nel numero di Panorama in edicola oggi: «Continuerò a fare il vicepresidente del Senato e il segretario del Sinpa: abbiamo uno statuto autonomo, resterò fin quando lo vorranno gli iscritti e non certo qualcun altro». E guai a chi la accusa di essere una «poltronara». «Se lo fossi stata - argomenta a Matrix - avrei fatto il passo indietro che mi era stato chiesto per essere ricandidata e puntare alla rielezione».
Insomma, tutto come se nulla fosse. A parte un po’ di stupore per «tutto questo fango addosso». E a parte Roberto Maroni, che a Matrix definisce «ex collega» e del quale ammette di non riuscire a pronunciare il nome. «Io non ho mai incitato nessuno contro un mio collega di partito - si sfoga - e anche quando lui nel 1995 si è messo in aspettativa io sono andata a dirgli in faccia che sbagliava. Non ho incitato la base contro di lui». Quanto a Bossi, non è affatto pentita del suo niet: «Più passano i giorni - confessa - e più sono convinta di avere fatto la scelta giusta. Dolorosa ma giusta. Non posso cancellare venti anni in Lega e nel sindacato».
Quanto al cerchio magico di cui lei sarebbe stato uno degli esponenti più potenti, si tratta di un bluff. Anzi, di un castello di cartacce da usare contro lei ma soprattutto contro il Senatùr. «Questa storia del cerchio magico - garantisce - è stata inventata per far sì che, con il passare del tempo, si dimostrasse che Umberto Bossi non era capace di intendere e di volere. Mi hanno definita badante e io non ho problemi a dire che ero onorata a dare una mano al segretario federale. Diciamo che gli altri personaggi intorno a Bossi non sono stati denominati badanti. Hanno cominciato a dire che c’erano queste persone che non facevano avvicinare nessuno a Bossi. Ma questo non è vero. La storia del cerchio magico è ancora più brutta proprio per questo: sembra quasi che avessimo sequestrato Bossi. La verità è che l’invidia a volte è una brutta cosa». Il conduttore Vinci le mostra l’articolo di Panorama sul presunto dossieraggio contro Maroni e la Rosi si smarca: «Non ho mai sentito parlare di dossier, di spiate o altro». E del resto, minimizza lei, «io non ero una dirigente e dunque non potevo prendere decisioni, né amministrative né tanto meno politiche. E c’è una bella differenza».

Già, c’è una bella differenza.

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