L’ennesima via crucis per il Pd locale e nazionale cade sotto Natale. Un altro regalo. Dopo le cozze pelose a Michele Emiliano, ecco il conciliabolo per il cadeau a Massimo D’Alema.
L’ombra ingombrante dei costruttori Degennaro si allunga sempre sotto le feste, e anche in questa nuova inchiesta sull’accreditamento delle case di cura private si riflette indirettamente nell’immagine di un politico coi fiocchi, l’ex presidente dei Ds, che nella Puglia degli scandali ha il suo feudo politico-elettorale.
Al gruppo imprenditoriale e al regalo per Baffino ci si arriva sfogliando le attività di indagine della Gdf sulle sovvenzioni pubbliche a una clinica di Putignano, la Kentron, il cui dominus è Francesco Ritella, uomo di stretta osservanza dalemiana che a Roma vanta amicizie altolocate a cui mette a disposizione uomini, mezzi, case «d’accoglienza» per i papaveri del partito.
Alla vigilia del Natale la Gdf annota sui brogliacci: «Ritella discute con Radogna sul regalo da fare al Presidente D’Alema (Rit 2630/07 n. 2811 del 24.12.2007. ore 12.39)». A seguire i baschi verdi specificano: «Radogna Donato nato a Bari il 20.11.1956, ivi residente (...) affermato commercialista barese (...) lo stesso riveste a vario titolo incarichi sociali in tutte le società facenti capo alla famiglia Degennaro».
Quella delle cozze, dei palazzi, della giovanissima assessore Annabella nella giunta di Emiliano, rampolla dei palazzinari poi ripudiati (in seguito all’inchiesta sugli appalti con comune) dal sindaco del rinnovamento barese.
Al di là dell’omaggio a D’Alema, Radogna è personaggio politicamente controverso (eletto col centrodestra, si butta nell’Udc prima di finire nell’Api dove è stato capogruppo appoggiando la giunta dell’ex pm) dai mille incarichi professionali (revisore dei conti per l’Asl) e noto alle cronache giudiziarie.
A inizio novembre 2010 Radogna era finito ai domiciliari per aver comprato – almeno questa era l’accusa iniziale – cinque sentenze tributarie nel secondo semestre 2009. Tra queste, una da 2,5 milioni che interessava alla Dec dei Degennaro.
Per l’ordinanza, Radogna s’era impegnato a «influire sul collegio giudicante affinché emettesse una decisione favorevole per il contribuente», anche se non v’era prova che i proprietari fossero al corrente del piano.
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