Derby Romani-Matteoli per il capogruppo

RomaLa mente di tutti resta concentrata sulla decadenza e sulla legge di Stabilità. Ma sullo sfondo Forza Italia deve anche occuparsi della ridefinizione del suo organigramma, sguarnito in alcune caselle fondamentali dopo la fuoriuscita di alcuni dirigenti di peso, confluiti nel Nuovo Centrodestra.
La poltrona più importante da assegnare è quella occupata fino alla scorsa settimana al Senato da Renato Schifani, incarico per il quale si sta giocando una partita che potrebbe risolversi con una diretta assunzione di responsabilità da parte di Silvio Berlusconi, in modo da evitare una conta e procedere a una semplice acclamazione nella riunione fissata per le 17 a Palazzo Madama.
La soluzione più accreditata che prende corpo con sempre maggiore forza nell'arco della giornata è quella di un «ticket» che vedrebbe Paolo Romani capogruppo al Senato e Annamaria Bernini vice-vicario. Le consultazioni (e le mediazioni) finali si svolgeranno comunque oggi, fin dalla mattinata. È previsto un incontro al partito, un successivo summit a Palazzo Grazioli e poi la riunione dei gruppi parlamentari. Dalla plenaria dei senatori, a meno di un rinvio, potrebbe arrivare la scelta definitiva. Nella rosa in teoria compaiono cinque esponenti azzurri: Paolo Romani, Altero Matteoli, Anna Maria Bernini, Francesco Nitto Palma e Lucio Malan. Da escludere che Nitto Palma possa lasciare la guida di una commissione importante come la Giustizia (stesso discorso vale anche per l'attuale vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, che pure è stato interpellato). Il ballottaggio è quindi sostanzialmente tra Romani e Matteoli - contrariamente a quanto circolato negli ultimi due giorni l'attuale presidente della Commissione Lavori pubblici accetterebbe volentieri l'incarico - con Malan come outsider. Se invece si decidesse di far slittare la decisione sarebbe comunque Romani a guidare il gruppo mercoledì.
La seconda prova sarà quella della selezione dei nuovi coordinatori regionali per i territori rimasti scoperti. L'idea di fondo è quella di individuare un giusto mix tra esperienza e novità. Tra i nomi che circolano c'è quello di Anna Maria Bernini per l'Emilia Romagna; quelli di Gilberto Pichetto Fratin, del presidente della Provincia di Novara Diego Sozzani e di Laura Ravetto per il Piemonte (Osvaldo Napoli, invece, potrebbe andare agli Enti locali). Per la Liguria la rosa comprende tre nomi: Angelo Vaccarezza, presidente della Provincia di Savona; Luigi Morgillo, vicepresidente del Consiglio regionale, spezzino, tra i più votati d'Italia (entrambi scajoliani) e, naturalmente, l'ex presidente della Regione Liguria, Sandro Biasotti. Molto aperta la partita del Lazio dove si dovrà arrivare a un accordo le due anime forti della regione: quella di Maurizio Gasparri e quella Antonio Tajani.

Tra i primi nomi che circolano quello di Sestino Giacomoni, di Francesco Aracri e del 32enne Alessandro Colorio, proveniente dal movimento giovanile. In Sicilia si pensa a Vincenzo Gibiino mentre per il Friuli in pole position c'è Sandra Savino. Si tratta, comunque, delle prima tessere e delle prime ipotesi di un mosaico ancora tutto da comporre.

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