Cronache

E ora si indaga sui "basisti" a Lampedusa

Nel mirino ci sarebbero tre maghrebini che guiderebbero gli sbarchi dall'isola

E ora si indaga sui "basisti" a Lampedusa

AgrigentoPrima le indiscrezioni, poi le precisazioni del procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale. Sul fronte delle indagini sui cosiddetti «Viaggi della speranza» e sui circa 400 morti che si sono registrati a distanza di una settimana nel Canale di Sicilia, non ci sono, al momento novità di rilievo anche se si indaga a 360 gradi e non è da escludere che nelle prossime ore possano esserci degli sviluppi clamorosi.
Le indiscrezioni uscite dal palazzo di giustizia secondo cui ci potrebbero essere dei basisti sulla più grande delle Pelagie, hanno infastidito e non poco il procuratore. «Al momento - ha detto Di Natale - non vi è alcun elemento investigativo per affermare che a Lampedusa ci siano basisti della organizzazione libica che gestisce il traffico di migranti. Stiamo comunque indagando in tutte le direzioni. La Procura - ha aggiunto - indaga su tutto ciò che riguarda il fenomeno dell'immigrazione clandestina ed è evidente che qualunque elemento è preso in considerazione ed è verificato per eventualmente esercitare l'azione penale».
Spetterà agli inquirenti capire se ci sono davvero dei basisti sull'isola (secondo le voci si tratterebbe di tre maghrebini) o è stata soltanto una coincidenza che ieri mattina intorno alle 5, un'imbarcazione in legno di 13 metri ha attraccato al molo Favaloro, dove vengono trainate le «Carrette» dalle forze dell'ordine, con a bordo 137 immigrati tra cui 25 minori. Quello che fa più pensare è l'intercettazione agli atti dell'indagine sul naufragio del 3 ottobre, tra alcuni tunisini e alcuni libici. Nella telefonata gli interlocutori si scambiano informazioni su partenze e arrivi dei pescherecci.
E intanto, nel pomeriggio di ieri è cominciata nel cimitero di Piano Gatta ad Agrigento la tumulazione dei feretri delle vittime del naufragio. Settantotto quelli che sono stati tumulati. Due bare sono state trasferite invece al cimitero di Bonamorone, sempre nel capoluogo, dove sono state accolte all'interno di una cappella di famiglia di un agrigentino. Anche i privati - secondo quanto è stato reso noto dalla Prefettura di Agrigento - hanno messo «a disposizione, in quella che è stata una straordinaria gara di solidarietà, 29 loculi».
E la nave militare Libra ha continuato a caricare i feretri per tutta la giornata di ieri. Un gruppo di familiari dei migranti è rimasto fermo sulla banchina del porto commerciale dell'isola. Sono una cinquantina di eritrei, venuti da Svezia, Germania e Svizzera, e chiedono che vengano aperte le bare per essere certi che dentro ci siano i loro congiunti, riconosciuti solo in foto. Vogliono essere certi che i numeri messi all'esterno delle casse corrispondano ai corpi dei propri cari. Una operazione difficile da eseguire perché le casse sono state zingate.
E malgrado le condizioni meteo marine non ottimali, anche ieri le coste siciliane sono state interessate dagli sbarchi.

Ventotto ne sono arrivati lungo le coste del Trapanese, mentre a Pozzallo sono giunti i 133 profughi soccorsi dal pattugliatore Asso 33.

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