"Ecco le strategie degli insurrezionalisti"

Due mesi fa le previsioni del generale Gallitelli: "Azioni dirette contro le istituzioni, nel mirino nucleare e Tav". Slogan da Social Network per giovani rivoluzionari

"Ecco le strategie  degli insurrezionalisti"

Dai pacchi-bomba all’azione diretta. Nemmeno due mesi fa, ribadendo quanto già sviscerato poco tempo prima al Copasir, il comandante generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli aveva visto lungo tracciando l’identikit dei nuovi anarchici pronti a cambiare pelle, a stravolgere la propria identità. A compiere quel tanto sbandierato salto di qualità che oggi porta gli eredi (terroristi) di Bakunin a cavalcare un inedito «spontaneismo armato» sin qui sempre rifiutato.
Davanti alla prima commissione Affari costituzionali della Camera, nel ripercorrere la genesi e l’evolversi della galassia anarco-insurrezionalista, il generale Gallitelli sottolineava come «le manifestazioni di dissenso caratterizzate dal rischio di derive violente annoverano tra i loro principali protagonisti» giust’appunto, «gli appartenenti all’area anarco-insurrezionalista, particolarmente qualificati nella pianificazione e nella conduzione di atti di deliberata violenza». Questo fronte ha aderito alle campagne di lotta «promosse dall’area antagonista e, in special modo, a quelle contro la repressione, la costruzione di nuove infrastrutture (come nel caso della Tav Torino-Lione)» e soprattutto «il nucleare», causa principale e ufficiale della gambizzazione del dirigente dell’Ansaldo da parte dell’ala «clandestina» della componente anarco-insurrezionalista ufficiale e di piazza. A proposito della quale, il generale, fa presente «che la pericolosità rappresentata da cellule che si riconoscono nella Federazione Anarchica Informale (Fai) non si esaurisce nella capacità di radicalizzare la protesta di piazza, ma si esprime prevalentemente con “azioni dirette” contro i simboli dello Stato, delle sue Istituzioni e di ogni forma di autorità. Il rinnovato attivismo della Fai è stato confermato, a dicembre, dall’invio dall’Italia di tre plichi esplosivi» destinati a banche, ambasciate e sedi di Equitalia.
«L’offensiva - rivendicata dalla Cellula Free Eat e Billy - Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale - è peraltro inquadrabile in una più ampia strategia delle formazioni di matrice anarchica contro lo Stato ed il capitale. Infatti, i destinatari prescelti e le tematiche trattate nei brevi documenti di rivendicazione (crisi economica e sistema bancario europeo, sistema tributario ed esattoriale) sono correlati con le vicende politico-economiche europee, nelle quali Germania, Italia, Francia e Grecia hanno rivestito e continuano a rivestire un ruolo di primo piano». Tra gli ultimi attentati meritevoli di attenzione, il numero uno della Benemerita sottolinea quello dell’8 marzo scorso «ai danni di un’agenzia di Roma della banca Monte dei Paschi di Siena» rivendicato da un nuovo «gruppo di affinità della Federazione Anarchica Informale, Fai-Nucleo Antisociale» dove si esprime solidarietà agli anarchici detenuti per azioni contro la Tav.
Tra i nuovi bersagli degli anarchici, il comandante dell’Arma sottolinea «i centri del “potere economico/finanziario”, additati come i veri responsabili della crisi e del disagio delle fasce popolari più deboli ed attaccati in attuazione di un progetto di respiro internazionale. Emblematica la scelta di colpire, nel nostro Paese, la società di riscossione Equitalia». La crescita in chiave eversiva dell’insurrezionalismo militante va dunque di pari passo «al consolidamento della formazione di un Fronte Rivoluzionario Internazionale (cui si ispira la rivendicazione del Fai per l’attentato di Genova, ndr) tra le diverse compagini anarchiche» europee costituitosi con l’appello lanciato dalla Cospirazione delle Cellule di Fuoco ellenica. Attraverso significativi documenti programmatici - continua il generale - la rete internazionale dell’anarchismo ha stabilito i principi ai quali informare l’azione di tutti movimenti che aderiscono alla rete. Tra questi, assumono particolare rilievo, il “doppio ruolo” dei militanti (clandestino, al momento dell’azione, e pubblico nella partecipazione al movimento), l’opportunità che i gruppi non si conoscano per garantire la massima “impermeabilità” al contrasto e l'accettazione dei rischi collegati all’azione repressiva». Infine Gallitelli sottolinea come la Fai «rappresenti da sempre uno dei segmenti più pericolosi del circuito anarco-insurrezionalista nazionale». Aderendo al Fronte Rivoluzionario la Fai ha enfatizzato la necessità di «innalzare il livello d’intervento, invitando ad accelerare l’avvio di quelle “azioni dirette” già attuate dalle omologhe formazioni greche». Un precedente significativo, un segnale chiaro - chiosa Gallitelli - rimanda al progetto di sabotaggio della linea ferroviaria Orte-Ancona di due militanti della Fai-Coop (Contro ogni ordine politico) ai quali «si è riusciti a contestare, nell’ambito dell’operazione Shadow del Ros, il reato di associazione con finalità di terrorismo ed eversione».


Poco tempo prima, al Copasir, Gallitelli era stato ancora più esplicito parlando di minaccia attuale a proposito dell’«accresciuta effervescenza della galassia anarco-insurrezionalista» nella cui deriva violenta ha visto confluire, su un’unica direttrice radicale e distruttiva, «anche i gruppi marxisti-leninisti superando le notevoli differenziazioni ideologiche».

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