La Buvette

La fatica del parlamentare

Settimane di duro lavoro tra legge di bilancio da approvare, decreto rave e aiuti ma non per tutti: qualcuno era già in vacanza. L'intervista doppia a due parlamentari, europeo e italiano

La fatica del parlamentare

Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Sono stanchi, provati. Stressati. Quanto lavoro, mai così tanto. C’è bisogno di sottolinearlo? Ovviamente siamo ironici. Anche se all’onor del vero i parlamentari in queste due ultime settimane hanno lavorato. Anche fino all’alba pur di approvare la legge di bilancio in tempi utili. E non solo. Certo, con lo stipendio che prendono direte voi. Come darvi torto. Ore e ore piegati sulle comode poltrone di palazzo Montecitorio e quelle di velluto rosso di palazzo Madama per scongiurare l’esercizio provvisorio. Nulla di nuovo sotto il sole di Roma. Ritmi serrati già visti in passato. D’altronde il timing di questo governo è stato in linea con gli altri. Nonostante le proteste dell’opposizione. Negli anni 2021 e 2020 la manovra è stata approvata il 30 dicembre. Nel 2019 il 27 dicembre. Mentre nel 2018 ancora il 30. Solo nel 2017 con il governo Gentiloni fu chiusa il 23 dicembre. Ma il governo non si era insediato un mese prima dell’approvazione della manovra. Non c’era stato il Covid e la guerra. Nessuna inflazione galoppante. Nessun caro energia.

Dunque, grande lavoro che non è terminato solo con la legge di bilancio. Decreto rave e aiuti hanno tenuto in ostaggio i nostri politici anche gli ultimissimi giorni dell’anno. E mentre i nostri parlamentari erano intenti a studiare numeri e a modificare emendamenti a Bruxelles, quelli europei erano già in vacanza. Antonio Maria Rinaldi (Lega) si giustifica “eravamo sul territorio a lavorare” e Rossano Sasso (sempre Lega) fa pesare il lavoro fatto in questi giorni. Noi li abbiamo messi a confronto.

- ASCOLTA L’INTERVISTA DOPPIA A DUE PARLAMENTARI. EUROPEO E ITALIANO -

Da un lato chi legifera per l’intera comunità europea, dall’altro chi tutela i nostri interessi. Quelli nazionali. Quelli italiani. Da un lato c’è chi impone limiti alle misure delle vongole, chi vorrebbe l’auto elettrica dal 2035 (follia) dall’altro chi protesta per eliminarli. Stesso partito, diverse battaglie. Il confronto è curioso. Un fatto è certo: entrambi tifano Italia dalle interferenze straniere. Un tema accomuna le due buvette: il Qatargate. Dopo i primi arresti ora c’è il rischio che l’inchiesta si allarghi e colpisca nuovi parlamentari. Di sinistra ci dice Rinaldi che rivela: “Io ero stato invitato all’ambasciata del Qatar. Ma l’unica ambasciata che frequento è quella italiana”. Assicura l’europarlamentare.

Per saperne di più ascolta il podcast.

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