
Una giornata al cardiopalma per i destini del mondo. Solo così può essere riassunta la notte appena trascorsa mentre a Washington la diplomazia ha corso sul filo del rasoio. Donald Trump ha ricevuto alla Casa Bianca Volodymyr Zelensky insieme a sette leader europei per una serie di colloqui straordinari sul futuro della guerra in Ucraina.
La visita, organizzata con breve preavviso, ha incluso incontri bilaterali tra Trump e il presidente ucraino, ma anche una sessione più ampia alla quale hanno partecipato Emmanuel Macron, Giorgia Meloni, Keir Starmer, Friedrich Merz, Alexander Stubb, Ursula von der Leyen e Mark Rutte. L’obiettivo dichiarato era esplorare le possibili strade per una soluzione politica a un conflitto che dura da tre anni e mezzo.
Uno dei temi centrali è stato il possibile avvio di un incontro trilaterale con Vladimir Putin. Trump ha spiegato sui social media di aver avviato la preparazione di un faccia a faccia diretto tra il presidente ucraino e quello russo, da tenersi prima di una successiva sessione a tre. Zelensky, in conferenza stampa, ha sottolineato di essere disponibile a qualsiasi formato che permetta di discutere con Mosca, ma ha ribadito che le questioni territoriali resteranno materia di un negoziato bilaterale con il Cremlino.
Altro dossier cruciale: le garanzie di sicurezza. Zelensky ha rivelato di aver discusso con Trump un pacchetto che include l’acquisto di armamenti americani per circa 90 miliardi di dollari, finanziati con fondi europei, e un’intesa per la produzione di droni in Ucraina, alcuni dei quali destinati al mercato statunitense. L’accordo non è ancora stato formalizzato, ma dovrebbe esserlo entro dieci giorni. Secondo Macron, il risultato più rilevante della giornata è stata la decisione degli Stati Uniti di lavorare con la “Coalizione dei volenterosi”, oggi composta da 30 Paesi, per definire strumenti di difesa duraturi per Kiev. Una sorta di protezione "stile articolo 5", pur senza un formale ingresso dell’Ucraina nella Nato, della quale si discute da giorni e nata dall'intuizione di Meloni.
Durante la riunione, Trump ha interrotto i lavori per un colloquio telefonico con Putin nel quale proporre direttamente un bilaterale con Zelensky, seguito da un eventuale trilaterale con la propria mediazione. Yuri Ushakov, consigliere del presidente russo, ha confermato che la conversazione si è tenuta su iniziativa americana, descrivendola come "sincera e costruttiva" e durata circa 40 minuti. Trump ha poi diffuso un comunicato definendo "molto buono" l’incontro con Zelensky e i leader europei, aggiungendo che "tutti sono soddisfatti della possibilità di una pace tra Russia e Ucraina" e che il vicepresidente JD Vance, il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff stanno coordinando i contatti diplomatici con Mosca e Kiev.
President Donald J. Trump on the phone with President Putin in the Oval Office. pic.twitter.com/RkWReNAT2b
— The White House (@WhiteHouse) August 19, 2025
Ma mentre a Washington si discuteva di pace, poche ore più tardi l’Ucraina è stata colpita da una nuova ondata di attacchi con missili e droni contro diverse città, tra cui Kremenchuk e Kharkiv. Secondo fonti locali, l’obiettivo principale sarebbe stata un’infrastruttura energetica. L’aeronautica ucraina ha segnalato allarmi antiaerei in più regioni, compresa Kiev.
"Everyone is very happy about the possibility of PEACE for Russia/Ukraine. At the conclusion of the meetings, I called President Putin, and began the arrangements for a meeting..." - President Donald J. Trump pic.twitter.com/avDo5j39F9
— The White House (@WhiteHouse) August 18, 2025
Sul fronte politico, Rubio ha spiegato che le garanzie di sicurezza scatteranno solo dopo un accordo di pace, mentre le eventuali concessioni territoriali restano una questione tra Zelensky e Putin. A sua volta, il presidente ucraino ha confermato la disponibilità a un bilaterale con il Cremlino, definendo "caloroso" l’incontro alla Casa Bianca e ribadendo che le garanzie di sicurezza sono "un punto di partenza indispensabile per la fine della guerra". Macron, dal canto proprio, ha insistito che qualsiasi negoziato dovrà essere preceduto da un cessate-il-fuoco: "Non possiamo discutere sotto le bombe", ha dichiarato. Ha poi accolto con favore la "convinzione di Trump nella sua capacità di raggiungere un accordo con Putin", ma ha avvertito che, in caso di fallimento, l’Europa dovrà essere pronta ad aumentare la pressione sulle sanzioni. Il premier britannico Starmer ha parlato di "reali progressi" tra i leader presenti, mentre il cancelliere tedesco Merz ha sottolineato che "questi sono giorni decisivi per l’Ucraina".
Secondo Axios, l’ipotesi è di organizzare un incontro diretto tra Putin e Zelensky entro la fine di agosto, un’eventualità confermata indirettamente anche da Ushakov, che ha parlato della possibilità di innalzare il livello dei
rappresentanti russi e ucraini nei negoziati. "Gli occidentali formalizzeranno le garanzie di sicurezza per l'Ucraina entro 10 giorni", ha annunciato Zelensky, lasciando intendere che le trattative continueranno serrate.