Fini, addio sogni di boria: ora cerca un ufficio gratis

Dopo la batosta elettorale il leader Fli è sparito nel nulla, i fedelissimi lo sentono solo al telefono: ha confidato che vorrebbe una stanza e un pc "per far qualcosa"

Fini, addio sogni di boria: ora cerca un ufficio gratis

Per Fini addio sogni di boria. Quelli di gloria si sono definitivamente sbriciolati sotto il macigno di uno scandaloso 0,5% alle ultime politiche: meno di 160mila preferenze alle Camera. Fini delle trasmissioni. Colpito dalla maledizione dello scranno più alto della Camera dei deputati, Gianfranco ne è stato letteralmente sradicato, destinazione oblio. È già capitato alla Pivetti, a Violante, a Casini e a Bertinotti e Fini, come il rifondarolo, è passato direttamente dagli stucchi di Montecitorio ai giardinetti di Montemario. Già, ma che fine ha fatto il signor «Che fai, mi cacci?». Cacciato. Di più: missing. Scomparso. Sembra pure dai luoghi a lui più consueti, sebbene sul suo sito permanga beffarda la dicitura «Fini: presidente della Camera della dei deputati». Ora lascia poche tracce di sé.

Quasi tutti i giorni accompagnava e pure adesso accompagna le figlie a scuola. Maria Carolina e Martina, anni 6 e 4, iscritte alla Newschool, istituto inglese sulla Camilluccia che ospita una discreta batteria di rampolli del vippame romano. Qui studiano anche i pargoli del regista Gabriele Muccino, dell'attrice Asia Argento, del conduttore Alberto Angela, del comico Giobbe Covatta, dello sceneggiatore Ninni Bruschetta. Non solo: in questa scuola pullulano eredi di diplomatici di tutti i colori, accompagnati da bodyguard a bordo di macchinoni targati «CD». Un tempo Fini lo si notava di più perché arrivava con almeno due macchine di scorta al seguito, quattro uomini più stradale davanti a far da apripista, prima di scapicollarsi in centro. Ora è mescolato alle tante colf filippine e romene che portano gli zaini ai Ranieri, alle Flaminie e alle Domitille. Sempre scortato of course, seppur la tutela sia limitata a tre persone. Fuori da scuola è un coro: «Lo si vedeva più spesso prima, ora ben poco», dicono le mamme. Sempre presente, invece, Elisabetta Tulliani che nel primo pomeriggio viene a riprendere le bambine per portale a casa.

Già, a casa. Anche qui Fini sembra evaporato. Eppure di tempo a disposizione ne ha fin troppo. In quel di via Valcannuta rispondono come fuori da scuola. «Fini? Prima lo si vedeva più spesso». Casermoni tutti uguali e tristi quasi come l'ex presidente della Camera formano un quartiere residenziale che sembra un rione-dormitorio. Zero traffico, zero vita sociale, zero negozi. Soltanto palazzacci identici gli uni agli altri con ampie balconate, i cui appartamenti, nei cartelli di «vendesi», vengono descritti come «incastonato in elegante comprensorio». Anche in zona, Fini sembra desaparecido. Al bar Mosaico, sotto i portici di uno degli ecomostri, ammettono: «Non è che prima fosse cliente abituale ma adesso è un po' che non lo vediamo. Di solito veniva a prendere il caffè il sabato o la domenica». Ora? «Boh... Chi l'ha visto?». Stessa solfa dal giornalaio, sorta di brufolo sullo stradone desolato dove sorge la dimora dell'ex onorevole, signor Tulliani. «Quand'era presidente della Camera compariva più che altro nei weekend: mazzetta di giornali alla mattina presto. Adesso è un po' che non viene». Dov'è finito Mr. Fini? O meglio, Mr. Tulliani, visto che, dallo scoop del Giornale del 2010, è emerso che l'ex onorevole compare nello stato di famiglia di Francesca Frau, madre di Elisabetta Tulliani e quindi «suocera» di Gianfranco. Il quale continua ad alloggiare placido negli appartamenti che Elisabetta nel 1999, all'epoca «aspirante avvocato» e compagna di Lucianone Gaucci, comprò per circa mezzo miliardo di lire. Sì ma dov'è in questi giorni Fini? Forse in giro a scorazzare sulla sua MG del '58 rosso fuoco? Difficile, visto il clima: acqua a catinelle e freddo cane. Qualcuno avanza l'ipotesi che non sia in Italia. Pare all'estero, chi sa dove, assieme alla famiglia al completo, a prendersi una vacanza dopo gli ozii lussuosi dell'appartamento più in alto di Montecitorio; dove peraltro ha diritto a un bugigattolo-ufficio. Ma in questi giorni non s'è fatto vedere.

I suoi uomini, futuristi ormai senza futuro, ne sanno ben poco. Sì, certo, sentirli li sente. Parla con il fidato Bocchino, con il fedele Menia, con la sua ex ugola, il bravo Fabrizio Alfano, agile cronista dell'agenzia di stampa Agi.

E parla anche con Enrico Nan, parlamentare di due legislature fa e avvocato ligure a cui pare abbia detto di recente: «Cerchiamo di trovare una stanza gratis dove ci mettiamo un computer per far qualcosa». Speriamo non di politica si tratti.

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