In Francia il «sì» alla legge scatena la violenza

«Chiedo che quanto appena accaduto in Parlamento sia considerato legge della Repubblica», così ieri il presidente francese François Hollande ha parlato davanti al Consiglio dei ministri, il giorno dopo l'approvazione da parte dell'Assemblea nazionale di un progetto di legge che apre ai matrimoni e alle adozioni gay. La Francia, con il voto di martedì, diventa il nono Paese europeo, il quattordicesimo nel mondo, ad approvare le unioni omosessuali. È stato un processo accidentato. Il dibattito «è stato lungo», ha ricordato il presidente Hollande, e nelle ultime ore anche violento.
Da quasi una settimana nelle piazze francesi ci sono manifestazioni contro il progetto di legge e martedì sera, verso le dieci, cinque ore dopo il voto all'Assemblea nazionale, sull'Esplanade des Invalides a Parigi sono scoppiati scontri tra manifestanti e polizia. Benché gli organizzatori della protesta avessero chiesto ai 3.500 circa partecipanti di disperdersi mantenendo la calma, circa 500 persone con i volti coperti - estremisti di destra, secondo il ministro dell'Interno francese - hanno cercato di rompere i cordoni della polizia e arrivare alla vicina entrata dell'Assemblea: «Hollande, ta loi on n'en veut pas», Hollande, non vogliamo saperne della tua legge, hanno gridato in centinaia, lanciando bottiglie e sassi, mentre le forze dell'ordine rispondevano con i lacrimogeni. Alcuni, hanno preso di mira i giornalisti, insultandoli. Soltanto all'una di notte è tornata la calma nel quartiere. Un commissario della polizia è rimasto lievemente ferito.
Le forze dell'ordine hanno fermato dodici persone nella capitale e 44 a Lione, dove ci sono state altre tensioni. Il ministro dell'Interno francese Manuel Valls ha condannato le violenze «inaccettabili» che «mettono in causa la legittimità del Parlamento».
Il presidente francese ieri nel suo breve discorso ha fatto riferimento a queste violenze e chiedendo il ritorno alla calma ha parlato di «pacificazione». «Quando le passioni degenerano in violenza, devono essere condannate e l'ordine repubblicano è prima di tutto il rispetto della libertà di manifestare ma anche della libertà di legiferare», ha detto rivolgendosi a chi si oppone alla legge approvata e a chi già minaccia di tornare in strada.


Per Hollande, il voto di martedì «amplia i diritti degli omosessuali senza togliere nulla a nessuno» ed è «una tappa verso la modernizzazione della Francia, verso più libertà e ugualianza: principi fondatori della nostra Repubblica».

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