Gesù Cristo superstar del web. Il personaggio più noto, la figura più contemporanea. Son passati oltre duemila anni dal suo Natale, ma la fama del Nazareno oltrepassa i confini del tempo. Secondo due ricercatori americani, autori di Who's Bigger: Where Historical Figures Really Rank, un volume che misura l'indice di notorietà nel presente dei personaggi della storia, è lui il più grande. Più di Napoleone e Maometto. Gesù è la maggiore presenza per l'uomo d'oggi anche su internet, il più trasversale e indistinto degli strumenti moderni. Ne sarà felice Papa Francesco: questa ricerca in qualche modo suffraga la sua insistenza della necessità della Chiesa di aprirsi per annunciare il vangelo a tutti. Nelle posizioni di rincalzo di questa originale classifica troviamo, nell'ordine, William Shakespeare, Abramo Lincoln, George Washington, Adolf Hitler, Aristotele, Alessandro Magno e Thomas Jefferson. Il primo italiano è Cristoforo Colombo, in ventesima posizione. I maggiori leader attuali si devono invece accontentare delle retrovie. Barack Obama si ferma al centoundicesimo posto, Nelson Mandela al 356esimo. Tra i musicisti il più famoso risulta Mozart, ventiquattresimo, mentre Elvis Presley conquista la sessantanovesima piazza. Il software creato dai due studiosi si basa sui risultati di Wikipedia, le opinioni sul web e i libri scritti su ogni singolo personaggio. La lista è lunghissima: imperatori, rockstar, icone del passato, politici, artisti, condottieri, scrittori, musicisti, filosofi, profeti. Il sistema in grado di calcolarne la fama nel tempo funziona un po' come il motore di ricerca di Google. E non a caso Charles Ward, uno dei due autori, è un ingegnere del colosso americano; l'altro è Steven Skiena della Stony Brook University. Ward ha ideato anche un algoritmo che può stabilire se una figura sarà ricordata duecento anni dopo la morte o se è destinata all'oblio. Britney Spears, per dire, titolare della ventisettesima posizione, dopo il trattamento del software sulla durata della fama precipita al 689esimo posto.
Non così il Figlio del falegname di Nazareth, che supera di slancio i due millenni che ci separano dal suo avvento e sembra cavalcare l'onda delle nuove tecnologie. Da «Principe della pace» a «Figlio di Dio» a «Pastore di anime», sono innumerevoli le definizioni con cui compare nel grande mare di internet. Gli storici, tuttavia, si dimostrano scettici. «L'idea che un algoritmo possa fornire un approccio scientifico alla storia è piuttosto assurdo», ha osservato Antony Beevor. Secondo lo studioso britannico, i personaggi non possono essere analizzati soltanto attraverso calcoli al computer, perché rimangono aperte molte «incognite». E, in effetti, è difficile attribuire una patente di scientificità a questo genere di ricerche.
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