Il Gip: tutelare prima gli iscritti nelle liste

«Il costume di occupare abitazioni di edilizia popolare rappresenta un dato di fatto che deve preoccupare e che impedisce all’Aler di dare soddisfazione alle necessità di altrettante persone bisognose». Così il 29 aprile scorso il gip del tribunale di Milano Giuseppe Gennari respingeva la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per Carolina V., salvadoregna accusata di aver occupato un alloggio pubblico. Perché lo «stato di necessità» - condizione dichiarata da quanti vivono illegittimamente nelle case popolari e alla quale si appellano per evitare lo sfratto - «è per definizione - ha rilevato il giudice - comune a tutti coloro che legittimamente ricorrono all’assegnazione degli alloggi». Lungo il confine dello «stato di necessità» si gioca la partita tra Procura e ufficio gip.

L’orientamento dei Pm è quello di applicare le linee guida della Cassazione, che ha inserito il «diritto all’abitazione» tra i «beni primari collegati alla personalità». Per i giudici di Milano va anteposto invece il diritto di coloro che regolarmente si sono iscritti nelle graduatorie per l’assegnazione di un alloggio popolare.

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