Roma Nove milioni e mezzo di italiani, dice l'Istat, sono sotto la soglia di povertà relativa (990 euro al mese in due). Un parlamentare guadagna 14 volte la cifra. In Grecia, nelle stesse condizioni di indigenza sono un milione e mezzo di persone. Nei prossimi mesi, però, le Camere saranno impegnate a convertire in legge non un decreto Milleproroghe «gonfiato» dal Salva Roma. Ma due decreti.
Il presidente della Repubblica ha infatti accolto la richiesta di Palazzo Chigi di dividere i due provvedimenti. Così, da una parte ci saranno le misure «originarie» del Salva Roma; dall'altra, le norme che tradizionali riempiono un decreto di fine anno.
Questo sdoppiamento, però, non è stato sufficiente. Gli estensori dei due provvedimenti hanno dimenticato di inserire l'impegno del presidente del Consiglio di modificare il Patto di Stabilità per Venezia. Così, Enrico Letta ha diffuso un comunicato per precisare la volontà del governo di allentare i vincoli di rispetto del Patto di stabilità per la città lagunare. La misura - dice il premier - verrà inserita «nel primo provvedimento utile». Interventi del genere - sembra - erano stati introdotti, sottoforma di emendamenti, nel vecchio testo del Salva-Roma. E, probabilmente, lì torneranno.
Due decreti al posto di uno rischiano di monopolizzare l'attività parlamentare per i prossimi due mesi; visto che devono essere convertiti entro il 2 marzo. Molto probabilmente verranno calendarizzati uno al Senato ed uno a Montecitorio; per poi essere scambiati, una volta approvati.
Ma questa doppia staffetta impedirà al Parlamento di affrontare gli argomenti che stanno a cuore a Matteo Renzi: dalla riforma elettorale al «job act». I decreti legge hanno la «precedenza» in Parlamento. E visto che si tratta di provvedimenti economici, nella sostanza, la sessione di Bilancio verrà prolungata di due mesi.
Anche perché, se il decreto Milleproroghe rispetta la tradizione, l'altro - l'ex Salva Roma - somiglia da vicino alla vecchia legge finanziaria, che si aggiunge alla Legge di Stabilità. Mille piccoli stanziamenti (dall'Anas alle Fs, per arrivare a misure sugli immobili) a pioggia: mance elettorali, per lo più. Con la sola dimenticanza di Venezia; da qui, il comunicato della presidenza del Consiglio. In altre parole, il nuovo Salva Roma non è molto diverso dal vecchio: approvato alla Camera con un voto di fiducia e poi ritirato la Vigilia di Natale.
Il «combinato disposto» dato dai contenuti e dal tempo che il Parlamento impegnerà per esaminare i due provvedimenti potrebbe non essere ben visto dalle parti di Renzi. In quanto, interpretato come un tentativo di fare «melina»; e di rinviare ogni confronto politico tra il Pd ed il governo sui temi cari al sindaco di Firenze.
Insomma, qualche renziano avanza il sospetto che realmente sia in atto un'operazione «tela di ragno» destinata ad imbrigliare la spinta rinnovatrice che il sindaco di Firenze vuole imprimere al governo. Con il chiaro fine di rendere impossibile ogni finestra di voto anticipato collegato alle elezioni europee.
La mole normativa di finanza pubblica prodotta dal governo permetterà alle famiglie meno fortunate di ricevere (nel 2014) 20 euro in più al mese, grazie alle misure sul cuneo fiscale. Ma una parte di questi 20 euro torneranno allo Stato per la revisione del sistema di detrazione fiscale.
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