Il governo Monti vuole l'Imu anche dopo il 2014

Palazzo Chigi approva il Def e conferma l'imposta Grilli: "Pareggio a rischio". Nel 2013 debito record

Il governo Monti vuole l'Imu anche dopo il 2014

Dicevano: il governo Monti è in carica per gli affari correnti, quindi non farà scelte politicamenet rilevanti. E invece ieri ne ha fatta una, grossa come una casa. Ha messo il prossimo governo di fronte a due scelte compiute: non cambiare l'Imu nel breve termine. E, se possibile, quando finirà la sperimentazione della imposta più odiata dagli italiani, confermarla e renderla permanente. E confermare anche i coefficienti catastali maggiorati.

La novità è contenuta nel Def, il Documento di economia e finanza, approvato dal consiglio dei ministri. «Se l'Imu sarà confermata così come è anche per gli anni successivi ci sarà il pareggio, se nel 2014 dovesse essere ristrutturata per gli anni successivi sarà necessario trovare una compensazione» del gettito, ha detto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli.
Un modo per dire: meglio non toccare l'imposta che in realtà la quasi totalità dei partiti rappresentanti in Parlamento, vorrebbe cambiare. Compreso quello del premier Mario Monti, Italia Civile, che si è presentato alle elezioni proponendo di introdurre elementi di progressività per alleggerirla.

Di cambiamenti nel breve periodo dell'Imu, nell'ultimo Def del governo tecnico, non c'è traccia. In compenso, nella tabella del «Quadro programmatico aggiornato» si calcola il deficit dal 2015 al 2017, come se i successori di Monti dovessero confermare l'imposta sulla prima casa, anche dopo la sua scadenza (è un'imposta sperimentale).

La progressione del rapporto tra deficit e Pil va dal 1,5% 2015 al 0,4 del 2017. Nel Def c'è anche il calcolo a «legislazione vigente»: si mostra cosa succederebbe se non fosse confermata l'Imu nella versione di Monti. Il conto è più salato: deficit/Pil al 2,5% nel 2015, 2,1% nel 2015 e 1,8% nel 2017. Risultato che non ci farebbe centrare gli obiettivi Ue. Alternativa, manovre che valgono nei tre anni, rispettivamente da un punto di Pil a 1,4. Immediate le proteste di Confedilizia. «Con il Def, di fatto il governo rifiuta la rimodulazione dell'Imu nel 2013 e nel 2014 - spiega il presidente Corrado Sforza Fogliani - vincola il prossimo governo a respingere le proposte di modifica e poi mette le mano avanti dicendo che si dovrà prorogare l'imposta anche dopo la sperimentazione».

Tutto questo mentre «il Paese ha votato contro l`Imu, il mercato immobiliare è allo stremo». Quelle dei costruttori non sono le uniche critiche al Def. Centrodestra e centrosinistra si sono concentrati sull'eredità lascita da Monti. Governo «delle tasse e del buco» (Daniele Capezzone, del Pdl), che costringerà il prossimo a «inevitabili manovre» (Stefano Fassina del Pd).Il riferimento è alle spese che il governo non ha compreso nelle previsioni, ma che andranno affrontate.

Il quadro macroeconomico delineato dal documento è ancora da crisi. Quest'anno il debito sfonderà la soglia record del 130% (130,4%) per poi scendere - sempre secondo le stime del governo - al 129% nel 2014 e al 125,5% nel 2015. Conferme sul deficit del 2012 e del 2013, 3% e 2,9%. Il premier Monti «spera», quindi, che usciremo dalla procedura per deficit eccessivo. Se non succederà, sarà tutto più difficile.

Per quanto riguarda il Pil, Palazzo Chigi prevede per il 2013 un -1,3%. E nel 2014 una crescita del 1,3%. Una «stima prudenziale - dice Monti - possiamo fare meglio» Poi, negli anni successivi, la crescita si dovrebbe stabilizzare. Quindi, l'esecutivo tecnico continua a credere alla ripresa e stima che le riforme abbiano avuto un effetto positivo sul Pil. Ad esempio dello 0,2% quest'anno.

Valutazione che è in contraddizione con altri indicatori, forniti dallo stesso ministri Grilli nei giorni scorsi al Parlamento. Ad esempio, il calo delle entrate. Rispetto alle precedenti previsioni sono entrati 20 miliardi di euro in meno nelle casse dello Stato.

Questo perché c'è stato un calo del Pil più accentuato. Causato anche - è opinione diffusa tra gli addetti al settore - dalle tasse di Monti.

Se il governo avrà sbagliato anche le previsioni contenute in questo Def, il conto per i successori sarà ancora più salato.

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