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Grillini sulle barricate: caccia a Lupi

Il M5S vuole intestarsi la spallata finale al governo. Attacco alla De Girolamo, ma il vero obiettivo è il ministro dei Trasporti

Grillini sulle barricate: caccia a Lupi

Roma - La breccia l'ha aperta Matteo Renzi con il contributo (fattivo) di Stefano Fassina. Il buco lo allarga giorno dopo giorno Enrico Letta con le maldestre esibizioni della sua compagine governativa che si perde tra un battibecco Saccomanni-Carrozza e un incidente di percorso (ormai un appuntamento quotidiano) alla Camera oppure al Senato. Beppe Grillo, che non è un esperto politico ma è altrettanto astuto, l'ha capito e così vuole attribuirsi il merito della spallata finale, del crollo di un governo ormai vacillante.

I cannoni sono già carichi. Le palle sono le mozioni di sfiducia. Il Movimento 5 Stelle ne ha in preparazione una raffica. Una contro il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, l'altra contro la titolare delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, mentre la terza giace da un paio di mesi in Senato e riguarda Anna Maria Cancellieri e le sue telefonate di solidarietà alla consorte di Salvatore Ligresti. L'assemblea dei pentastellati di Montecitorio ieri sera avrebbe dovuto fare il punto sulla situazione, ma l'allungarsi dei lavori in Aula, impegnata sul dl «svuota-carceri», ne ha ritardato la convocazione.

L'attacco diretto a Maurizio Lupi sarebbe una vera novità dal punto di vista politico. Finora il Movimento ha spesso giocato di «rimessa». È vero: il blitz tentato a novembre contro la Cancellieri e le denunce nei confronti delle misure «pro-slot» e «pro-affitti d'oro» hanno pagato in termini mediatici, ma i veri successi - se così si possono chiamare - sono stati raggiunti giocando di sponda con il resto dell'opposizione (in primis Forza Italia) e con i «cani sciolti» del Pd. Come accaduto ieri, sull'incostituzionalità del «salva-Roma».

Sfiduciare Lupi, invece, sarebbe una vera e propria iniziativa politica: da un lato farebbe emergere ancor più chiaramente l'intento di tornare al voto quanto prima, dall'altro lato contribuirebbe a spaccare sempre più un frastornato Partito democratico. Si tratta solo di scegliere il campo su cui sfidare il ministro del Nuovo centrodestra. Il Movimento è contrario allo scavo del Canale della Contorta a Venezia, una superstrada per le grandi navi. Lupi vorrebbe inserirlo nelle opere della legge Obiettivo, d'accordo con le autorità del Veneto. Alcuni parlamentari del Pd (tra i quali Felice Casson) sarebbero pronti a sostenere i grillini anche per risolvere alcune questioni locali con il presidente dell'Autorità portuale di Venezia, Paolo Costa. E questo potrebbe far precipitare la situazione.

L'M5S, però, è diviso al suo interno. C'è anche chi vorrebbe sfiduciare Lupi sulla costruzione del gasdotto Tap che porterà il gas dal Mar Caspio a Brindisi. E, soprattutto, c'è chi preme per partire dalla sfiducia al ministro De Girolamo. Le conversazioni dell'esponente beneventana di Ncd, surrettiziamente registrate e riguardanti nomine in alcune Asl, hanno scatenato l'indignazione dei legulei parlamentari che fremono per «processarla» in Aula.

Andare all'attacco seguendo i magistrati, però, rischia di non essere una strategia vincente. Da una parte ci si aliena le simpatie di coloro che non hanno lo stesso fervore giustizialista. E, dall'altra parte, si ricompatta la maggioranza in difesa di un esponente del governo, perseguitato (più o meno) ingiustamente. Ne è una lampante dimostrazione quanto accaduto ieri al Senato. La conferenza dei capigruppo ha, infatti, rinviato per l'ennesima volta la discussione della mozione di sfiducia al ministro Cancellieri.

Suscitando le ire grilline.

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