I debiti dello Stato? 1900 anni per pagarli

La promessa di Monti e Passera: restituiremo 10 miliardi alle imprese. La realtà li sbugiarda: hanno rimborsato solo 3 milioni

I debiti dello Stato? 1900 anni per pagarli

Roma - Strettoie e colli di bottiglia, voluti e non, hanno avuto la meglio sul più elementare dei principi, quello secondo il quale i debiti si onorano. Lo Stato resta il cattivo pagatore numero uno delle imprese, nonostante i decreti sulla restituzione dei crediti che le aziende vantano nei confronti delle amministrazioni pubbliche.
In tutto sono stati pagati solo tre milioni di euro su uno stock di oltre 70 miliardi di debiti e di questo passo, ha calcolato provocatoriamente la Cgia di Mestre, «ci vorranno oltre 1.900 anni» per saldare il conto che lo Stato ha aperto con i privati.
I 70 miliardi sono stati calcolati da Bankitalia per il 2011 e oggi si stima possano essere lievitati a circa 81. Il tasso di restituzione è bassissimo, intorno allo 0,4%. Niente che assomigli a una soluzione, nemmeno parziale, del problema. Uno scenario diverso rispetto a quello prospettato dal premier Mario Monti e dal ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, quando presentarono i quattro decreti «per restituire 30 miliardi» alle aziende (l'obiettivo minimo erano 10 miliardi).
«Una cosa inconcepibile - sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - che non sta né in cielo né in terra. In un momento di crisi e di mancanza di liquidità, non è da Paese civile che ci siano migliaia di imprese che non possono essere pagate per l'inefficienza e il malfunzionamento della pubblica amministrazione».
Le ragioni del ritardo individuate dalla Cgia sono quelle che le altre associazioni, da Confindustria agli artigiani, ai costruttori dell'Ance, lamentano da tempo: difficoltà nella certificazione del credito che hanno scoraggiato in partenza molte imprese, poi i ritardi nella piattaforma informatica che ha il compito di collegare le banche (che concedono un credito all'azienda in attesa della restituzione) con la Pubblica amministrazione. Ma c'è dell'altro. «L'esclusione di molti enti, notoriamente indebitati, dal novero dei soggetti verso cui si applica la normativa, l'assenza di convincenti sanzioni per le amministrazioni inadempienti all'accreditamento alla piattaforma elettronica, hanno di fatto depotenziato sul nascere questo strumento», spiega Nunzio Bevilacqua, del direttivo dell'Associazione per lo Studio dei problemi del credito (Anspc).
Il governo ha recepito la direttiva Ue sui pagamenti che potrebbe risolvere il problema in futuro. Ma sullo stock del debito la soluzione è lontana. E le conseguenze rischiano di strozzare un sistema già in forte difficoltà.

Per questo, due giorni fa il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha chiesto che il prossimo governo si impegni a restituire nei primi tre mesi almeno 40 miliardi di debiti scaduti. Un'iniezione di liquidità che «permetterebbe di generare 10 miliardi d'investimenti nei prossimi anni». Ma anche una mossa per dimostrare che lo Stato rispetto un principio alla base della convivenza civile.

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