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I grillini verso il parricidio?

Grillo spara a zero contro i partiti ma cresce la fronda interna al M5S. Ieri l'editto genovese contro i talk show. Putti: Grillo non è un leader, ma il nostro megafono

I grillini verso il parricidio?

Il successo logora chi ce l'ha. Sono ancora caldi i risultati delle elezioni amministrative ma nel Movimento 5 Stelle iniziano già a volare gli stracci. "Grillo non è un leader ma una persona che ha messo a disposizione risorse e intuizioni e che fa da megafono al MoVimento nelle città e in rete". Parola di Paolo Putti, candidato sindaco del Movimento alle amministrative genovesi. Eppure, proprio la sua candidatura, dimostra l'esatto contrario. Putti non è un grillino doc, ma il leader del No gronda, un movimento che lotta contro la costruzione di una nuova superstrada a Genova. Putti ha 42 anni, un bambino per lo standard dei politici italiani, un nonnetto per la media dei candidati grillini. Una candidatura che, secondo i militanti del movimento, è stata calata dall'alto proprio dal padre padrone Beppe Grillo. Che, nei fatti, è molto più di un megafono.

Grillo per ricompattare spariglia e alza il livello del tiro: "La soluzione è semplice, se non si possono tagliare i finanziamenti illegali, in quanto rigettati da un referendum, si taglino i partiti. Tertium non datur".

L'"affaire Putti" arriva dopo una serie di piccoli incidenti cha hanno agitato le acque dello stagno grillino. Dall'espulsione del consigliere ferrarese Valentino Tavolazzi, alla scomunica dei frondisti che senza l'autorizzazione di Grillo si sono riuniti a Rimini per riflettere sui destini del movimento. E poi, ancora, tutte le frizioni successive a quella che molti hanno giuficato come una svolta "filoleghista" del M5S, prima tra tutte l'esternazione di Grillo sulla cittadinanza ai figli degli immigrati, bollata dal guru a "cinque stelle" come "senza senso".

Grillo ha in mano le chiavi del suo giocattolo politico e fa il bello e il cattivo tempo. L'ultima dimostrazione dello spirito autoritario del leader è arrivata ieri con l'"editto genovese": vietato andare in televisione a nome del Movimento. Nel mirino della fatwa grillesca c'era proprio Paolo Putti, colpevole di avere tradito la rete con la tribuna televisiva di Ballarò.

E oggi Putti mette Grillo al suo posto. Soffia il vento del parricidio tra i grillini?

 

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