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Gli italiani sono sfiduciati: bocciano Monti e l'Europa

Gli italiani non credono più nelle istituzioni. E, quel che è peggio, temono di essere governati da organismi sovranazionali. A scattare la fotografia della sfiducia nelle istituzioni è il Censis

Gli italiani sono sfiduciati: bocciano Monti e l'Europa

Detto fuori dai denti: gli europei non credono più che l'Europa - quella della burocrazia, quella dei tecnocrati, quella delle leggi e leggine che imbrigliano e ostacolano la competitività e la crescita economica - riesca a rispondere alle proprie esigenze. E quel che è peggio, gli italiani non credono più nemmeno nell'Italia dei palazzi romani, nella politica centrale, nella sovranità.

A scattare la fotografia della sfiducia degli europei nelle istituzioni è il Censis. Un report che mette in luce la crisi di identità che, complici la crisi economica e il boom dell'antipolitica, sta contagiando tutti i Paesi del Vecchio Continente. Dall'exploit dei neonazi di Albadorata e degli estremisti rossi di Siriza in Grecia al trionfo dell'ultranazionalista Marine Le Pen in Francia, dalla vittoria del leader di estrema destra Geert Wilders in Olanda al boom di consensi dei grillini alle elezioni amministrative in Italia: l'Europa è uno scricchiolio dietro l'altro. Dagli Stati Uniti sono stati importati i movimenti anti governativi, filo anarchici e marcatamente anti sistema. È il trionfo dell'antipolitica. Perché il cittadino comune - quello azzoppato dalla crisi economica, quello scontento dell'operato della propria classe politica, quello stufo marcio dei continui sprechi - non ce la fa più: non crede nei partiti a cui, fino a qualche anno, affindava il proprio futuro e guarda ai movimenti di rottura.

Secondo il rapporto steso dal Censis, il 75% degli europei ritiene che a Bruxelles la propria voce non conti nulla. Nel Belpaese le cose non vanno certo meglio: il 77% degli italiani è convinto di non avere sovranità neppure nel proprio Paese. Quello che viene denunciato dai più è un senso di impotenza sempre più marcato rispetto ai processi decisionali. Che sia il parlamento o l'eurogruppo, il premier o il capo dello Stato non importa. Gli italiani hanno sfiduciato la politica, anche quella fatta dai tecnici. Una sfiducia che sta contagiando qualsiasi istituzione. Dalle Camere alle banche, dalla finanza alle università. Insomma, si fa sempre più ampio il gap tra le opinioni della gente comune e le decisioni dei leader politici. Per centocinquant’anni siamo stati abituati all'idea che la sovranità sia nelle mani nello Stato e, quindi, nella politica che lo gestisce ai vari livelli, ma adesso la maggior parte degli italiani non riconosce più questa sovranità. Chi esercita, dunque, il potere reale? Sebbene per il 57% la risposta sia ancora il governo nazionale, il 22% ci vede nelle mani dell’Unione europea, per un ulteriore 22% in quelle dei mercati finanziari internazionali e per il 13% in quelle degli organismi sovranazionali.

Avanza quindi il timore di un "grande fratello" che decide al posto della politica, che sovrasta le istituzioni nazionali e che rende impotenti il corpo elettorale. Insomma, cittadini senza sovranità.

Da qui l'exploit dell'antipolitica e dei partiti antisistema.

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