RomaGli italiani, ha confermato ieri Eurobarometro, hanno sempre meno fiducia nelle istituzioni, ma non hanno nessuna intenzione di uscire dall'euro. Nessuna delle forze politiche del Belpaese l'ha messo nel programma. Gli unici a volere cambiare la fisionomia di Eurolandia così com'è, allo stato sembrano i tedeschi. Ieri è stato il turno dei liberali dell'Fdp. Il capogruppo Rainer Bruederle, ha detto che l'Italia potrebbe uscire dall'euro se non prenderà «misure drastiche» utili al risanamento. «L'Italia deve decidere per sé stessa se vuole adeguarsi alla moneta unica, non per noi. Se il Paese non vuole farlo, deve trarne le conseguenze». Frasi difficili da interpretare, se non alla luce delle vicende interne alla Germania.
A livello europeo ieri è stato il giorno dell'Eurobarometro, le statistiche che fanno il punto sull'opinione pubblica dell'Ue. Il dato in qualche modo sorprendente è che - mentre i media dei paesi nord europei danno una maggioranza di italiani contro la moneta unica - solo il 2% degli italiani pensa che tra le priorità dell'Ue ci sia l'abbandono dell'euro e solo l'1% ritiene la moneta unica sarà davvero abbandonata.
La sfiducia verso l'Ue si è semmai manifestata in un altro versante. Solo poco più della metà degli italiani (il 51% per l'esattezza) afferma di sentirsi cittadino europeo mentre il 47% continua a non sentirsi tale. Un sentimento diffuso, a sorpresa, nelle zone governate dalla sinistra. Nel Centro Italia si sente europeo solo il 39% degli abitanti. Mentre è nel Nord-Est della penisola, dove alle elezioni ha vinto il centrodestra, che gli italiani si sentono più vicini alla cittadinanza europea (60%). Poco sotto, in quanto a fiducia nell'Ue, il Centro-sud, a fronte di una diffusa diffidenza al Centro e nelle Isole (dove, rispettivamente il 60% e il 57% si dichiara scettico a riguardo).
A sentirsi cittadini europei - rileva il rapporto - sono soprattutto gli adulti tra i 40 e i 54 anni (58% degli intervistati), i manager e i lavoratori autonomi (rispettivamente 66% e 62%) più di pensionati (42%) e disoccupati (44%).
Che ci sia un problema europeo è ormai evidente, anche a livello di istituzioni comunitarie. Lunedì ci sarà il consiglio europeo e l'Italia, con il disagio testimoniato dai risultati elettorali, non potrà non entrare in agenda.
«Da vari Paesi europei, non solo dall'Italia, arriva un messaggio chiaro alle istituzioni europee: la strategia dell'austerità deve concludersi», ha spiegato ieri il vicepresidente della Commissione Ue responsabile all'Industria Antonio Tajani alla presentazione del rapporto Eurobarometro. La soluzione secondo Tajani è «puntare sull'economia reale, mettendo l'industria al centro».
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