La lapide del piccolo Tommy come una discarica

Bottiglie, preservativi e siringhe vicino alla lastra commemorativa. Il dolore della madre

La lapide del piccolo Tommy come una discarica

Parma - Non è la prima volta. Ed è questo che sconcerta di più. La lapide nel luogo dove venne ucciso il 2 marzo 2006 il piccolo Tommaso Onofri è puntualmente presa di mira da incivili, che l'hanno eretta a discarica abusiva. Complice il fitto via vai di prostitute che è molto attivo. Il risultato è che la mamma del piccolo, in assenza di un intervento diretto del Comune deve farsi carico di conservare il decoro di un luogo dall'alto valore simbolico. «Non ne posso più – ha detto ieri a News Mediaset Paola Pellinghelli Onofri -. Nonostante i cartelli di divieto la gente va lì e abbandona di tutto, anche televisori e frigoriferi». Siamo in zona Traglione a nord est di Parma, appena fuori l'abitato di Casalbaroncolo. È qui, a pochi passi dall'Autostrada del Sole, che in quella notte drammatica il piccolo Tommy venne ucciso da Mario Alessi subito dopo essere stato rapito. Il corpo del piccolo venne ritrovato sulla riva del fiume Enza il 1 aprile seguente, dopo la confessione di Alessi arrivata a un mese dall'inizio delle ricerche che commossero tutt'Italia. Al Traglione la Onofri fece erigere la lapide a ricordo del bimbo.

Una lapide continuamente insozzata dai clienti delle prostitute e dai tanti che, approfittando dell'aperta campagna e dello scarso controllo, vi buttano di tutto, anche siringhe. Ieri Paola Onofri ha portato via sei sacchi di immondizia, contenenti bottiglie, rifiuti di ogni genere, preservativi, erbacce e persino lastre di eternit. Ad aiutarla una vicina e un'amico in vista della messa che il 6 settembre prossimo sarà celebrata in occasione del nono compleanno del bimbo.
Il ricordo di quella notte terribile deve essere stato già scordato dai tanti che frequentano il posto. Già nel 2010 la Onofri fece una campagna di pulizia autogestita. Ma ogni anno la storia si ripete. E il Comune? Assiste imbarazzato. Il portavoce del sindaco Federico Pizzarotti ha spiegato al Giornale che la zona purtroppo è oggetto di degrado anche a causa della prostituzione che si volge proprio a pochi passi dal punto esatto in cui il bimbo venne ucciso.

«È un problema che si ripresenta periodicamente – ha spiegato Marcello Frigeri -, così come in altri punti critici della città. Ma sicuramente passeremo anche in quella zona appena possibile». Peccato che per questo giro ci abbia già pensato la mamma di Tommy.

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