"Per la difesa dell'Occidente, dei diritti, della sicurezza, della pace e della libertà". La Lega è scesa in piazza a Milano in sostegno di Israele e, contestualmente, per ribadire il principio "due Popoli, due Stati". Nessun simbolo di partito presente in Largo Cairoli, ma "solo" bandiere israeliane e la solidarietà di migliaia di persone espressa nei confronti di un popolo che è stato vigliaccamente colpito da Hamas quattro settimane fa: "Per il diritto all'esistenza di Israele", si legge chiaramente sul palco allestito a fianco della bandiera dello Stato ebraico. Alla manifestazione organizzata dal partito di centrodestra e tenuta davanti al Castello Sforzesco ci sono tutti i ministri del Carroccio: a partire dal leader Matteo Salvini, ma anche Giancarlo Giorgetti, Roberto Calderoli, Giuseppe Valditara e Alessandra Locatelli. Nonché il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e altri governatori e sindaci e della Lega, tra cui i primi cittadini di Cinisello Balsamo e Monfalcone.
"I veri fascisti sono in altre manifestazioni"
L'ambasciatore israeliano in Italia, Alon Bar, invia un messaggio in cui desidera "ringraziare il vicepremier e tutto il governo per la solidarietà espressa in queste settimane che ci ha profondamente commosso e vi invito ad andare avanti con questi messaggi". Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti prende la parola per ultimo e, in relazione ai cortei in difesa della Palestina e sfociati spesso in odio anti-Israele, afferma: "Gli ultimi fascisti rimasti sono coloro che protestano contro Israele: i veri nostalgici". Questo perché "chi strappa le bandiere e semina odio non ama la democrazia".
In Largo Cairoli il leader leghista mostra tutto l'orgoglio di una "piazza che non ha paura del terrorismo". "Questa è una piazza che è aperta a qualsiasi fede. Il nostro nemico non è l'Islam ma il terrorismo, il fanatismo e l'estremismo - aggiunge Salvini, che poi va all'attacco dell'opposizione. "La sinistra, che appare confusa, rivendica giustamente parità di diritti. Lo abbiamo ricordato anche a Pontida, non ci sono etero o omosessuali, ci sono donne e uomini liberi di amarsi. Mi interessa poco - ha continuato - della vita privata, però come fai a fare contemporaneamente una battaglia giusta per rivendicare i diritti Lgbt e poi difendere l'estremismo islamico?".
Salvini: "Fuori Hamas dalla Palestina"
Il vicepresidente del Consiglio ricorda come "in 68 Paesi islamici l'omosessualità è reato e in sei paesi prevede la pena di morte. A Gaza l'omosessualità prevede dieci anni di carcere. Questa piazza chiede rispetto dei diritti umani e civili, a Milano, Gaza, Tel Aviv e ovunque": "Il nostro avversario non è lo Islam, ma il terrorismo". Durante il suo intervento, Matteo Salvini sottolinea inoltre che "in Iran - e i vertici dell'organizzazione delle Nazioni Unite si preoccupino di questo - un uomo e una donna sono condannati a morte per adulterio. Per me, la pena di morte non è mai una soluzione, mi aspetto che i vertici dell'Onu volino a Teheran, che quest'anno ha avuto record di morti per impiccagione". In ogni caso, questa piazza "per la pace, ma non quella da 'peace and love' o 'mettete dei fiori nei vostri cannoni': è la piazza che condanna il terrorismo". Lo slogan diventa: "Su la testa della Palestina. Fuori Hamas dalla Palestina", aggiungendo poi che "mi fanno schifo chi finanzia, anche in Italia, il terrorismo islamico" che è la "piaga del nostro secolo".
Premierato e Autonomia
"L'Italia è un paese straordinario generoso e ospitale. Ha le porte spalancate, sono aperte al confronto e al dialogo, basta che nessuno arrivi a casa nostra pretendendo di cambiare il nostro modo di vivere, di amare, lavorare e pregare", evidenzia il segretario della Lega sul finire del suo discorso. Oltre alla guerra Israele-Palestina, c'è spazio anche per la politica interna: "Quello che il governo sta cercando di fare è dare più senso e potere al voto dei cittadini, con l'elezione diretta del presidente del consiglio, di una maggioranza senza ribaltoni, senza governi tecnici. Se qualche parlamentare cambia idea va a casa e si torna a votare.
Questa riforma - sottolinea - va di pari passo con quella, altrettanto importante, per noi anche più importante, del riconoscimento delle autonomie: la possibilità per le regioni, province e comuni di decidere di spendere, di scegliere e di programmare". Infine, un ringraziamento a chi ha partecipato alla manifestazione e un incoraggiamento a lottare, citando Paolo Borsellino: "Chi ha paura, muore tutti i giorni; chi non ha paura, muore una sola volta".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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