L'«altro» Matteo, il leghista Salvini, festeggia quasi come Renzi. Sulla scia del record di preferenze (331.381 nelle due circoscrizioni del Nord), il segretario della Lega lancia il partito verso due obiettivi: ricomporre il centrodestra in Italia, anche se «non è possibile immaginarlo com'era una volta», e guidare con Marine Le Pen il fronte degli scettici in Europa. Il Carroccio piazzerà anche il suo Massimo Bitonci al ballottaggio per il sindaco di Padova. Ma a sorpresa ha guadagnato voti in tutta Italia, anche al Centro-Sud. Al centro Mario Borghezio ha incamerato i voti di Casa Pound: risultato significativo perché simboleggia il cambio di rotta leghista. Definitivamente seppellite le parole d'ordine bossiane sulla secessione della Padania e sulle macroregioni care a Maroni, Salvini ha riconquistato voti su temi nazionalistici: l'uscita dall'euro «moneta criminale», la lotta all'immigrazione clandestina, la difesa delle produzioni italiane. I guai degli ultimi anni (gli scandali del tesoriere Belsito, la guerra di successione al Senatur, i brogli elettorali in Piemonte) sembrano consegnati agli archivi.
Salvini ha già posto alcune condizioni a Berlusconi per fare ripartire il dialogo tra Forza Italia e le camicie verdi: la firma dei sei referendum leghisti, a partire da quello contro la riforma Fornero, e poi l'uscita dal Partito popolare europeo. L'identità euroscettica di una eventuale alleanza con l'ex Pdl dev'essere chiara. «Gli eurodeputati di Forza Italia e di Alfano a Bruxelles si siederanno con la Merkel, e se uno si siede con la Merkel non si siede con la Lega - ha tagliato corto Salvini - Se la Le Pen stravince in Francia e Berlusconi e Alfano perdono, evidentemente sbagliano a stare con la Merkel». E sbagliano, ha aggiunto, anche a stare con Renzi perché «né il patto del Nazareno firmato da Berlusconi né fare la stampella del governo come Alfano hanno pagato nelle urne».
«Forza Italia - ha ripetuto il segretario della Lega - potrebbe tornare a essere digeribile per la Lega se facesse battaglie forti insieme a noi, ad esempio sull'immigrazione clandestina e l'euro. Lancio una sfida a Berlusconi: se invitasse eletti ed elettori di Forza Italia ad andare nei comuni a firmare, sarebbe un bel modo per ripartire e le porte della Lega si potrebbero riaprire». Il progetto di Salvini trova l'appoggio del suo predecessore, Roberto Maroni. Il governatore della Lombardia rilancia un'alleanza con Berlusconi e Alfano a trazione leghista sul modello della Csu, partito saldamente radicato sul territorio e stabilmente alleato con la Cdu nel resto della federazione tedesca. Qualche deputato, come Gianluca Pini, ripropone l'idea di scegliere il leader della coalizione attraverso le primarie: da un anno il sindaco di Verona, Flavio Tosi (eletto nella circoscrizione Nordest ma deciso a restare in Veneto), gira l'Italia come candidato leghista a eventuali primarie.
«Come ha detto il segretario Salvini - dice Maroni - ora ci candidiamo a ricostruire il nuovo centrodestra e il modello è quello della Csu ma a trazione leghista.
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