Letta ferma l'assalto al tesoretto Ue

RomaMisure per l'occupazione giovanile a partire da giugno, rinvio dei ticket e coperture per gli sgravi fiscali per le ristrutturazioni edilizie, ecologiche e non. Il governo seleziona i prossimi passi di politica economica. Mette i paletti sull'anno in corso, escludendo ogni spesa extra. Ma mette le mani avanti e respinge preventivamente l'assalto al presunto «tesoretto» che si libererà dal prossimo anno con la fine della procedura di infrazione per deficit eccessivo, che l'Ue ufficializzerà domani. Il premier Enrico Letta, incontrando le Regioni, si è sentito in dovere di precisare che il via libera di Bruxelles è una «buona notizia», ma che le risorse saranno disponibili «solo dal 2014». E dovranno essere utilizzate per un numero limitato di misure, concordate con Bruxelles.
Tra queste c'è l'occupazione giovanile. Alle Regioni il premier ha spiegato che già a giugno l'Italia cercherà di anticipare l'entrata in vigore del pacchetto per la lotta alla disoccupazione giovanile. Un primo assaggio che vale circa 500 milioni di euro. Per la riduzione del cuneo fiscale, cioè del costo del lavoro, così come chiedono le imprese, occorrerà aspettare dicembre. Si tratta di misure in deficit, che sono possibili solo perché la Commissione europea ha deciso di fare uscire l'Italia dalla procedura di infrazione. Il via libera di Bruxelles vale mezzo punto di deficit, cioè 7-8 miliardi di euro, se si resterà dentro la soglia del 2,3%. Cioè con mezzo punto percentuale di deficit in più rispetto a quello previsto a legislazione vigente. Ma si potrebbe anche aprire la possibilità di andare oltre e arrivare fino al 2,9% come è successo nel 2009 e questo permetterebbe l'Italia di avere ulteriori margini di spesa, sopra i 10 miliardi di euro. Tutto dipende da Bruxelles, ma anche dalle elezioni tedesche che si terranno in settembre. E, in ogni caso, l'Italia dovrà negoziare tutto con la Commissione europea.
Tra le misure del 2014 già messe in cantiere e da finanziare (non in deficit) c'è la sterilizzazione dell'aumento dei ticket sanitari, prevista per il primo gennaio. Il premier ne ha parlato ieri con i rappresentanti delle Regioni confermando che sta cercando di evitare il nuovo salasso per gli italiani. Il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin stanno lavorando per evitare l'entrata in vigore di nuovi ticket, che vale circa due miliardi di euro. Risorse che saranno trovate partendo da risparmi di spesa.
Il mancato aumento dei ticket sulla diagnostica e sui medicinali, quindi, non comprometterà la conferma dell'esclusione dell'Imu dalla prima casa, come sostenevano ieri alcuni esponenti del Pd.
Imu e Iva sono per le principali preoccupazioni del governo. Per quanto riguarda l'Imu, il ministero lavora per confermare e rendere stabile l'esenzione prevista dal rinvio della rata di giugno. Per l'Iva si profila invece il rinvio dell'aumento dal 22 al 23% per tutta l'estate in attesa della legge di stabilità.
Ancora appeso il destino delle ristrutturazioni. Ieri dagli stati generali delle Costruzioni è arrivato un appello a Letta affinché il governo salvi il settore che «sta vivendo la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi. In 5 anni gli investimenti sono diminuiti del 38%, ai livelli di 40 anni fa. Dall'inizio della crisi le costruzioni hanno perso 360mila posti di lavoro».
La conferma degli sgravi del 55% per gli interventi ecocompatibili e quelli per le ristrutturazioni al 50% costano in totale circa 300-400 milioni di euro.

Poco rispetto ad altre poste di bilancio, ma la spesa per l'anno in corso deve essere coperta. Il ministro Zanonato vuole portare almeno l'ecobonus al prossimo consiglio dei ministri, mentre il ministro dell'Economia spinge per un rinvio a giugno.

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