La levataccia di 518 politici. Il Papa li manda all'inferno

Affollatissima la messa per i parlamentari, Francesco non risparmia una tirata d'orecchi: "I peccatori saranno perdonati, ma i corrotti no"

La levataccia di 518 politici. Il Papa li manda all'inferno

Città del Vaticano - Tutti in fila per ascoltare il Papa. Di buon'ora 518 parlamentari si sono ritrovati nella Basilica di San Pietro per partecipare alla messa di Bergoglio. Una levataccia, come hanno scritto diversi di loro su Twitter, per sentire la tirata di orecchie di Francesco. Perché il Papa non ha utilizzato toni morbidi per rivolgersi ai politici. «I peccatori saranno perdonati, i corrotti no», ha ammonito. Una classe dirigente che «si allontana dal popolo e lo abbandona» seguendo la «propria ideologia» scivola «verso la corruzione». Parole dure e senza mezzi termini. I parlamentari ascoltano, riflettono. E twittano. La messa doveva essere nelle grotte vaticane, ma la partecipazione è stata sorprendentemente alta e così il protocollo vaticano ha deciso di spostarla nella Basilica di San Pietro. Scene divertenti tra i parlamentari che hanno cercato di accaparrarsi posti in prima fila. «Assonnati e bagnati i deputati alla messa del Papa, corsa per primi posti. Speriamo arrivi presto Bergoglio e ci metta tutti a posto», twitta la senatrice del Pd Emma Fattorini.

Piazza San Pietro è blindata, via della Conciliazione chiusa al traffico. Non è per la messa ai parlamentari, ma per la visita di Obama da Bergoglio. Tant'è, ma la paura di arrivare tardi costringe molti a muoversi per tempo. La sveglia suona presto, alle 5.30. Il raduno è nella piazza vaticana poco prima delle sette. Una schiera di auto blu affolla l'area. I leghisti arrivano invece in pullman. Il premier Matteo Renzi è assente, ma ha una buona scusa. Definita la data dell'udienza personale con il Papa che dovrebbe avvenire entro il mese di aprile. Ma c'è anche chi arriva in ritardo come Mariastella Gelmini che ha dovuto discutere non poco con la gendarmeria vaticana per poter ugualmente partecipare alla messa. In compenso alla celebrazione c'è mezzo governo: i ministri Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin, Stefania Giannini, Andrea Orlando e Marianna Madia. E ci sono i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini (sulla sedia a rotelle per un incidente sulla neve) e Pietro Grasso che al termine della celebrazione hanno salutato privatamente il Pontefice.

La Basilica è strapiena e bipartisan: ci sono 176 senatori, 298 deputati, 9 ministri, 19 sottosegretari, tre europarlamentari, 23 ex parlamentari e un infiltrato, il giornalista Renato Farina. È lui a bruciare tutti sul tempo e a twittare l'omelia del Papa. «Apritevi all'amore. Non caricate sul popolo pesi che voi non sfiorate neppure con un dito», è il suo primo cinguettio. Al Corriere.it racconta qualche retroscena. Come quello su Bossi. «Mi ha detto che non si confessava da 15 anni, lo ha fatto solo per il Papa», racconta Farina.

Alla messa c'erano anche il dissidente del Movimento 5 Stelle, Luis Orellana e il deputato Sel Gennaro Migliore. «Non ha fatto altro che parlare», riferisce Farina.
Quaranta minuti di messa e tutto finisce. Le auto blu lasciano il Vaticano. E i riflettori si spostano sulla prima visita di Obama da Papa Francesco.

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