La levata di scudi patriottica del governo e del Pd contro la procedura di infrazione europea sui debiti della publica amministrazione e il commissario Antonio Tajani che l'ha aperta non trova riscontri nel mondo delle imprese. Ieri i leader di associazioni che rappresentano mondi molto diversi come Confindustria, Confartigianato e Ance, sono sembrati d'accordo su una diagnosi (la procedura era scontata) e soprattutto su una terapia (la soluzione ai ritardi va ancora trovata). Il punto è stato fatto ieri al convegno «Per un rinascimento industriale europeo».
Inevitabile l'argomento debiti Pa. E le reazioni del governo all'apertura della procedura di infrazione. Il ministro Pier Carlo Padoan si era detto «sorpreso» dalla decisione perché il governo vuole accelerare con la restituzione del debito. «C'è un po' di confusione», ha commentato il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti. «Il governo deve distinguere due aspetti dello stesso problema». Il richiamo si riferisce al mancato rispetto dei tempi imposti dalla direttiva, 30 o 60 giorni. «Se non si fa rispettare questa norma continuerà a peggiorare l'altro aspetto del problema che, secondo il Governo, è in via di soluzione, vale a dire il pagamento dei miliardi di debiti accumulati dalla Pa verso le imprese prima di gennaio 2013». La replica del governo a Tajani sembra quella di chi «cerca di svuotare il mare con un secchiello bucato».
Il presidente degli industriali Giorgio Squinzi ha ribadito che «i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione alle imprese sono tra i principali freni alla ripresa economica». Il rispetto della direttiva europea sui pagamenti, quella voluta da Tajani che limita a un mese, massimo due, il saldo delle fatture dei privati per servizi resi alla Pa, è la «soluzione a un problema più volte denunciato».
La procedura di infrazione partita questa settimana non è una sorpresa per Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance, l'associazione dei costrutturi. «È un caso chiarito e dichiarato da tempo. Un problema che abbiamo segnalato anni fa e richiede una soluzione e le soluzioni ci sono». In particolare, i costruttori (settore particolarmente colpito dai ritardi), vorrebbero che fosse eliminata la clausola del Patto di stabilità interno che impedisce agli amministratori locali di pagare.
Nessuno crede a finalità politiche dietro la decisione di Tajani. Tanto più che la procedura è stata rinviata a dopo le elezioni.
«Avevo accettato di rinviare la lettera (della messa in mora, ndr) a dopo le elezioni. Durante le elezioni - ha raccontato il commissario - si erano tenuti alcuni incontri che non sono andati bene. E io ho il dovere di far rispettare il diritto comunitario». Il governo continua a non pensarla così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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