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L'Udc azzera i vertici: la campagna acquisti è un restyling della Dc

Accelerata dei centristi per formare la nuova casa dei moderati: pronti a "rubare" parlamentari a Pdl e Pd. Braccia aperte a Pisanu, Montezemolo e tecnici

L'Udc azzera i vertici: la campagna acquisti è un restyling della Dc

Si riaprono i giochi in parlamento. Palla al centro. Il primo a muoversi, come già promesso ieri, è l'Udc che oggi ha azzerato i vertici del partito per iniziare a lavorare alla nuova formazione politica capace di mettere insieme le forze moderate. "Si chiede un atto di generosità per il bene del Paese", ha spiegato il segretario Lorenzo Cesa avviando i lavori della costituente per chiedere il pre-pensionamento del partito e "creare una struttura snella". Una struttura dentro cui inglobare - è la speranza di molti centristi - anche la nuova fronda battezzata ieri dal pdl Beppe Pisanu.

È il primo passo verso il Partito della Nazione, o qualsiasi nome sarà dato al nuovo soggetto di centro che, a detta dello stesso Pier Ferdinando Casini, ospiterà anche eminenti "tecnici" dell'attuale governo. Quello messo in campo dall'Udc è un vecchio trucco per aggirare la profonda crisi di credibilità che in questi ultimi mesi ha colpito frontalmente tutti i partiti presenti in parlamento. L'obiettivo? Candidarsi alle elezioni politiche con un nome nuovo di pacca e un'infornata di volti freschi (possibilmente a bassissima frequentazione politica) in modo da avere una chance maggiore. Insomma, un restyling. Niente di più. "Nulla sarà più come prima", ha commentato Savino Pezzotta aprendo i lavori di oggi. La strategia, però, è a diro poco vecchia: "rubare" parlamentari al Pdl e ai democratici. "Non lo so se Pisanu e Dini vengono con noi, vengono a fare una cosa con noi. E mi auguro che non vengano solo loro", ha assicurato il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione spiegando che non è nelle intenzioni del nuovo partito inglobare il Pdl, ma "invitare la gente del Pdl a venire a fare con noi una cosa nuova". Eppure gli appelli ai malpancisti del Pdl si susseguono - sempre più pressanti - di ora in ora. A partire dallo stesso Cesa che non nasconde che la nuova casa dei moderati è disposta ad accogliere gli "amici del Pdl", alcuni esponenti del Pd e uomini e donne autorevolissimi presenti nel governo Monti. Braccia aperte anche per Luca Cordero di Montezemolo ("La sua discesa in campo politica sarebbe un buon segno"). Insomma, una campagna acquisti a 360 gradi.

I tempi per lanciare il nuovo soggetto politico adesso sono davvero serrati. Una volta partita la macchina, i centristi non sono più disposti a fermarsi. L'otto o il nove maggio (comunque dopo le elezioni amministrative) l’Udc convocherà, infatti, la direzione nazionale per decidere la data del congresso che porterà al definitivo scioglimento del partito. "Il congresso va fatto il prima possibile, anche a giugno o luglio - ha spiegato Cesa - altrimenti subito dopo l’estate quando normalmente riuniamo la nostra festa che tradizionalmente si svolge a Chianciano a settembre". In realtà, l'Udc sembra non aver fatto i conti coi colleghi del Terzo Polo. Secondo fonti ben informate, infatti, sia Gianfranco Fini sia Francesco Rutelli non sarebbero disposti a saltar dentro alla nuova esperienza.

Il vice coordinatore futurista Fabio Granata ha fatto sapere che il Fli non è disposto a salire su nuovi predellini: "Non siamo nati per fare la fotocopia sbiadita della Democrazia cristiana".

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