Trema il Pd. In oltre sette ore diinterrogatorioinProcural’extesorieredellaMargheritaLuigiLusiracconta la sua verità sui 22 milioni di euro sottratti dai bilanci del partito. Questavoltasièdecisoaparlaredavvero: «I vertici della Margherita sapevano tutto » ha detto.
Un lungo faccia a faccia col pm non per cercare di chiudere rapidamente la partita giudiziaria ammettendo di essersi appropriato di parte dei soldi (in un primo momento di soli 13 milioni) offrendo la restituzione di 5 milioni in cambio del patteggiamento, come è accaduto a gennaio nel corso del primo sbrigativo confronto con i magistrati, ma per cercare di sottrarsi all’arresto. Perché da allora l’inchiesta ne ha fatta di strada e la storia della ruberia per scopi personali ha cominciato a non stare più in piedi, sfociando in uno scambio di accuse reciproche con gli ex colleghi sulla reale destinazione dei soldi di un partito che in Parlamento non esiste piùe che ha continuato a percepire i rimborsi elettorali.
«Abbiamo parlato di conti, soltanto di conti. Ora sono più sereno e sollevato, ho detto tutto quello che c’era da dire», ha commentato il senatore.
Nel primo pomeriggio Lusi era arrivato a piazzale Clodio con l’avvocato Luca Petrucci: «Voglio parlare con i magistrati ». Prima di entrare nella stanza del procuratore aggiunto Alberto Caperna, dove lo aspettavano anche il nuovo procuratore capo Giuseppe Pignatone e il pm Stefano Pesci, si era limitato ad alcune brevi battute con i cronisti. Le spese folli con la carta di credito della Margherita con la quale venivano pagati pranzi a basedi spaghetti al caviale e champagne? «Qualcun altro ha usato la mia carte di credito». L’intervista mandata in onda da Santoro durante Servizio Pubblico in cui lanciava avvertimenti rivelando che se avesse parlato lui sarebbe saltato il centrosinistra? «Un’intervista rubata». Le carte pubblicate dall’ Espresso sui finanziamenti erogati dalla Margherita alla fondazione Centro futuro sostenibile di Francesco Rutelli? «Non sono stato io a dare qui documenti».
Poi, però, davanti agli inquirenti l’atteggiamento di Lusi è cambiato. Il senatore si è mostrato molto collaborativo e ha aiutato i pm a ricostruire i flussi di denaro fuoriuscito negli anni dalle casse della Margherita, anche di quello sfuggito ai sequestri disposti dalla magistratura e finito presumibilmente in Canada attraverso le due società a lui riconducibili, la Luigia ltd e la Filor ltd, quest’ultimautilizzata per far tornare in Italia con lo scudo fiscale complessivamente un milione e 800mila euro.
Da quando Lusi è indagato anche di trasferimento fraudolento (non più soltanto di appropriazione indebita) e i suoi familiari di riciclaggio, l’indagine ha preso tutta un’altra piega. Al punto che il gip Simonetta D’alessandro nel provvedimento con il quale ha convalidato i sequestri disposti dalla Procura ha scritto che c’erano le condizioni per la custodia cautelare in carcere.
L’esito dell’interrogatorio, che è stato secretato, sarà dunque decisivo per convincere i magistrati che non sussistono i motivi per avanzare al Senato la richiesta di arresto Per oltre sette ore l’ex tesoriere infedele ha ricostruito le modalità con cui ha sottratto i soldi al partito, ma anche il contesto politico in cui questo è avvenuto. La sua intenzione era quella di raccontare, nel dettaglio, la spartizione (in percentuale) del tesoro tra le varie anime del partito. Un tot a corrente. Chi più contava, più prendeva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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