Il mal d'amore è una belva che uccide tutti gli animali

La notte di Natale è morto Winner, l'ultimo orso polare dello zoo di Buenos Aires. La notizia è stata ripresa da tutti i media soprattutto per le cause della morte che hanno scatenato una valanga di polemiche. Cosa abbia portato al decesso l'orso polare non è ancora chiaro ma la stampa argentina sembra dare credito alle autorità che parlano di un eccesso di stress dovuto al caldo eccessivo (in Argentina è piena estate), allo scoppio dei botti di fine anno proprio nelle adiacenze dello zoo e al «mal d'amore».
Proprio qualche mese fa, dopo la scomparsa della compagna di recinto, Winner aveva cominciato a mostrare strani comportamenti tipici di situazioni stressanti. Gli animalisti di tutto il mondo si scagliano giustamente contro questa struttura desueta che peraltro sorge in un quartiere chiamato Palermo, proprio nel centro di Buenos Aires. I più generosi ne chiedono lo spostamento, i più intransigenti l'immediata chiusura. Al di là delle cause precise di morte, va da sé che un orso polare starebbe molto bene tra i ghiacci del Polo a caccia di foche e non certo in un recinto con una piscina che deve essere raffreddata per il caldo soffocante di una città del sudamerica.
Il fatto che Winner abbia sofferto per la scomparsa della compagna suscita qualche riflessione circa la monogamia o poligamia del regno animale. L'orso non è certo contemplato tra le specie strettamente monogame, visto che peraltro conduce un'esistenza del tutto solitaria, però vi sono alcuni racconti veri che suggeriscono legami speciali tra maschi e femmine. Se vi recate a San Donato di Comino, nella parte laziale del Parco d'Abruzzo, Molise e Lazio, gli abitanti vi racconteranno di un orso che, da tre anni, in primavera scende nelle vicinanze del paese e s'intrattiene per qualche tempo appoggiato a un muretto, sempre in quel punto. Guarda caso è il punto esatto dove, quattro anni fa, un bracconiere uccise la sua compagna. Ora, senza commettere l'errore di umanizzare troppo il comportamento animale, questi episodi fanno pensare che, anche tra le specie poligame, ci possano essere legami «amorosi» particolari.
In effetti la monogamia è un fatto del tutto eccezionale tra i mammiferi, mentre fra gli uccelli e i pesci è molto frequente. Tra i mammiferi «fedeli» troviamo il lupo (tanto esecrato), il panda, il gerbillo, un roditore delle zone desertiche africane e asiatiche allevato anche come animale da compagnia, il dik-dik, l'esile antilope africana preda dei grandi felini e ancora il licaone, una specie di canide selvatico africano con enormi orecchie arrotondate. Fra i «traditori» inveterati e insospettabili, troviamo l'intelligente delfino, quel peluche del Koala, il leone, la giraffa e il gorilla, per citare solo alcune delle migliaia di specie ben poco fedeli.
Pinguini, aquile, falchi, rondini, cigni selvatici e piccioni sono solo alcune delle specie più note che mantengono coppie fisse durante la vita, mentre la maggior parte dei volatili sono poligami. Valgano per tutte alcune specie a noi molto vicine, come il tacchino, il pollo e il pavone.


Potremmo conferire la palma assoluta della della fedeltà a prova di bomba a un pesce molto noto per la sua forma originale, diffuso in tutto il mondo e ritenuto divino da molte popolazioni antiche, il cavalluccio marino.
Quanto all'uomo (e alla donna) se qualcuno volesse avanzare l'ipotesi che si tratti di specie monogama cadrebbe nel ridicolo, smentito prima ancora dai fatti che dalla scienza.

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