Maroni sveglia il governo: "Rischio ritardi su Expo"

Il governatore della Lombardia striglia l'esecutivo: "Bisogna darsi una mossa con le nuove regole"

Maroni sveglia il governo: "Rischio ritardi su Expo"

Milano - L'allarme di Maroni è come un fulmine che si abbatte sul quartier generale dell'Expo. E anche se il sereno lassù non c'è mai stato, si tratta di un nuovo colpo sul futuro dell'Esposizione universale 2015. «Rischiamo di andare oltre il 30 aprile del 2015 senza avere completato le opere» ha buttato la bomba il presidente della Regione Lombardia. Il primo maggio del prossimo anno Expo dovrà aprire i cancelli. Ma l'allarme di Roberto Maroni non è tranquillizzante, nonostante più tardi i suoi collaboratori si affannino a precisare che il presidente intendeva solo sollecitare il governo ad agire più in fretta.

Matteo Renzi è tra la Cina e il Kazakhstan. Le priorità sembrano altre, anche se martedì sera nella sede di Assolombarda il sottosegretario e braccio destro del premier Graziano Delrio ha rassicurato i presenti (Maroni incluso) che il provvedimento anticorruzione è in dirittura d'arrivo. Già, ma le domande sono: come? E quando? Il consiglio dei ministri di domani a Milano appare come una dead line da non oltrepassare.
È il giorno in cui i pm di Milano hanno detto no alla richiesta di scarcerazione dell'ex manager Expo Angelo Paris e dell'imprenditore vicentino Enrico Maltauro, arrestati oltre un mese fa per la presunta «cupola degli appalti». Non si è fermato tutto: le imprese sono ancora al lavoro. Ma tra gli operatori si è scatenato il terrore di finire dietro le sbarre per una firma sbagliata. Così, in perfetto clima stile Tangentopoli, nessuno dà più il via libera a nulla. Un segnale di chiarezza è atteso da tutto l'establishment che ruota intorno all'Expo 2015 ormai alle porte.

La questione principale, come è noto, sono i superpoteri di Raffaele Cantone, il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione che Renzi ha insignito, per il momento nominalmente, del compito di vigilare sulla trasparenza degli appalti: controlli e ricorsi, verifiche sull'assegnazione delle gare, tutto ciò dovrebbe passare sotto la sua lente. Ma più di un ministero è competente e intende mettere becco nella vicenda. Anche da qui i ritardi del provvedimento che darà «i poteri a Cantone» e che il consiglio dei ministri dovrebbe varare in extremis domani. Così prevede il titolare della Giustizia, Andrea Orlando, che attacca frontalmente il presidente della Lombardia: «Credo che Maroni debba star tranquillo. Magari se si fosse agitato prima, forse più occhi avrebbero potuto evitare di mandare Cantone dopo».

Si unisce all'allarme Forza Italia.

«Non completare le opere per l'Expo significa perdere la faccia davanti al mondo. Sono in ballo la reputazione dell'Italia e la capacità di cogliere un'opportunità di rilancio» dice il parlamentare Luca Squeri, coordinatore provinciale degli azzurri a Milano.

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