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Mediaset, alle 17 la sentenza

Ulteriore accelerazione al processo. Il verdetto (se confermato dalla Cassazione) potrebbe mettere fine alla carriera politica di Berlusconi

Mediaset, alle 17 la sentenza

Si conoscerà già oggi la sentenza d'appello a carico di Silvio Berlusconi per la vicenda dei diritti tv. Imprimendo una ulteriore accelerazione ai ritmi del processo - ripartito appena oggi dopo la lunga pausa elettorale e la sentenza della Cassazione che ha respinto la richiesta di trasferire il caso a Brescia - i giudici della seconda sezione della Corte d'appello milanese hanno deciso di ritirarsi in camera di Consiglio per emettere la sentenza. Il verdetto dovrebbe venire pronunciato prima di sera.

Respinta dunque la richiesta dei difensori di Berlusconi di congelare il processo in attesa della decisione della corte Costituzionale sui legittimi impedimenti rifiutati all'imputato durante il processo di primo grado; la previsione era che i giudici rinviassero l'udienza a sabato prossimo e che solo quel giorno si pronunciasse la sentenza. Invece la corte presieduta da Alessandra Galli ha deciso evidentemente di sfruttare fino in fondo la chance offerta dell'udienza di oggi, in cui Berlusconi - pur facendo sapere di essere impegnato in attività politiche - non ha avanzato alcuna richiesta di rinvio; e così i giudici (non avendo alcuna certezza che una occasione simile per chiudere il processo si ripresenti a breve) hanno deciso di mettere il piede sull'acceleratore.

Sentenza oggi, dunque: per sapere se i quattro anni di carcere inflitti a Berlusconi in primo grado per frode fiscale verranno confermati anche dai giudici d'appello; e soprattutto se verrà confermata la pena accessoria di cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, che metterebbe il Cavaliere fuori dal Parlamento (ed è il caso di ricordare che annullerebbe anche la eventuale nomina a senatore a vita di cui si parla in questi giorni). In caso di conferma della sentenza di primo grado, solo il vaglio della Cassazione separerebbe Berlusconi dalla prospettiva di vedere la sua carriera politica interrotta per via giudiziaria.

È una sentenza dunque decisiva, quella che verrà pronunciata tra poche ore. Certo, c'è la possibilità che - comunque vada a finire - il mese prossimo venga azzerata dalla Corte Costituzionale , chiamata a decidere se fu giusto, l'1 marzo 2010, tenere una udienza del processo di primo grado anche se Berlusconi era impegnato in consiglio dei ministri.

Ma è un rischio che la corte d'appello milanese ha deciso di correre, pur di chiudere finalmente una delle partite in corso con il Cavaliere.

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