Mi hanno messo in galera dopo più di vent'anni dai fatti. E ancora non sono soddisfatti

Quando i tempi si dilatano all'inverosimile: arresto nel 1992, primo grado nel 2001 e la Corte di Cassazione deve ancora pronunciarsi

Nell'ottobre del 1992 a seguito di una indagine della Procura di Ravenna venivo tratto in arresto con l'accusa di produzione e traffico di stupefacenti. Arresto avvenuto nella quasi assoluta mancanza di indizi degni di questo nome, esclusivamente sulla base di dichiarazioni di un mio collega di università. Segue custodia cautelare in carcere di mesi 4 ( all'epoca ero incensurato! ), alla quale segue ovvia liberazione per mancanza di indizi, segue nuovo impulso “investigativo” con nuovo arresto e nuova carcerazione cautelare sempre in carcere nel mese di giugno 1993, della durata di mesi 9 circa.

Nel 2001 ( si avete capito bene !) viene finalmente celebrato il processo di primo grado di fronte al Tribunale Ravenna. Condanna ad anni 6 e mesi 8 di reclusione, appello la sentenza, la Corte d'Appello di Bologna nel 2006 riforma la sentenza e la riduce ad anni 4 e mesi otto, contestualmente applica la misura dell'indulto per anni 3.Quindi sommando la carcerazione preventiva ( 12 mesi ca. ) più l'indulto (anni 3) rimanevano da scontare mesi 8 di pena residua, per i quali fu fatta istanza di affidamento in prova ai servizi sociali presso il Tribunale di Sorveglianza di Bologna.

Istanza che fu rigettata nel settembre del 2008. Fatto più unico che raro ( a quasi vent'anni dai fatti!?).Quindi vengo incarcerato nel gennaio del 2010 per scontare il mio residuo di pena, di mesi 8 appunto. Ma fin qui sarebbe una storia di ordinario orrore giudiziario ( e non entro nel merito del processo.....), se non che nel maggio del 2007 ero stato trovato in possesso di uno strumento da segnalazione per natante a forma di penna, che venne considerato arma da fuoco (!?).

Nuovo calvario giudiziario che mi vede in primo grado nell'aprile 2009 condannato a 2 anni e mesi 1 di carcere, da sottolineare che tale condanna scaturisce da una precisa e dichiarata volontà dei giudici di farmi saltare l'indulto. Infatti l'indulto viene automaticamente revocato nel momento in cui il beneficiario commette un reato non colposo che comporti una condanna detentiva superiore agli anni 2.

La Corte d'Appello di Bologna ha confermato tale sentenza nel 2011, mi ha scalato per avvenuta prescrizione di alcuni capi d'imputazione gg 20 (!?) ed ora aspetto “fiducioso” la pronuncia della Corte di Cassazione per il marzo del 2014.

Insomma se malauguratamente la Corte di Cassazione conferma tale verdetto io mi ritrovo a 50 anni a dovere scontare i tre anni residui già oggetto di indulto più i due della nuova

condanna. Per un totale di anni 5 di galera !Tutto questo a distanza di 25 anni dai fatti e non serve una grande cultura giuridica per capire di quali raffinate mostruosità il sistema giudiziario italiano è capace.

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