Minacce al Cav, niente discorsi in piazza

Berlusconi: "Autorità preoccupate, parlerò solo nei teatri. Se vinco Alfano premier con l'ok leghista. Crisi, da Monti mascalzonate"

Minacce al Cav, niente discorsi in piazza

Roma «Tenetevi forte, abbiamo il sondaggio di Euromedia: centrosinistra 38,7%, centrodestra 34,2%, Monti 11,2%», twittano dal quartier generale di Berlusconi che non si risparmia. Giorno di interviste su media locali e nazionali. Nessun comizio quest'anno, però. Lo spiega lo stesso Cavaliere: «C'è preoccupazione da parte di certe autorità nei miei confronti: mi hanno pregato di non andare a fare discorsi nelle piazze - dice - ci fu un tentativo di uccidermi e adesso, con l'odio che circola a piene mani, mi è stato espresso, da coloro che hanno la responsabilità della mia scorta, questa preoccupazione. Se poi deciderò definitivamente di recarmi nelle diverse Regioni - ha proseguito Berlusconi - farò interventi pubblici in teatri o in palazzi dei congressi».
Il programma è ambizioso: «Se il centrodestra vincerà taglierà le spese dello Stato di 80 miliardi, pari al 10% delle attuali uscite - dice - il costo della macchina dello Stato, è di circa 800 miliardi. Troppo elevato. In un'azienda si riesce a tagliare anche il 30% delle spese. In uno Stato è più difficile ma se solo riducessimo i costi del 10% risparmieremo 80 miliardi. E potremmo ridurre la pressione fiscale di molto». Poi la promessa: «Se vinco abolisco entro il primo mese il finanziamento pubblico ai partiti». E ancora: «Presto firmerò un nuovo contratto con gli italiani».

La rimonta c'è e l'obiettivo non è il pareggio: «Abbiamo la speranza di vincere in tutto il Paese - giura Berlusconi -. Non solo in Lombardia. Certo, temo l'astensionismo». Quindi l'appello alla Sicilia: «C'è bisogno di un voto che ricordi quel 61 a 0 di qualche anno fa perché il Pdl riceva una maggioranza tale da poter cambiare la politica di austerità». Già, il governo Monti: «Bisogna cambiare completamente la politica di austerità dei tecnici a cui noi abbiamo dovuto forzatamente dare il nostro sostegno». Al Prof, che gli ha dato del pifferaio, risponde: «Monti? Un bluff. Ci siamo cascati tutti. Io pifferaio? Forse vuole tassarmi anche il piffero... L'aumento delle tasse colpa mia? Una mascalzonata».

Sul candidato premier, il Cavaliere si sbottona: «Ad Alfano voglio bene come un figlio. Se vinciamo io farò il ministro dell'Economia del governo Alfano. E c'è l'accordo con la Lega». Poi il Cavaliere sfiora l'argomento Quirinale: «Spero si possa trovare con la sinistra. Ho in mente un nome che so essere molto stimato dalla sinistra». Mai citato Amato. Ma tutti hanno pensato questo nome.
Ma non c'è aria di inciucio con la sinistra. Anzi, su Bersani picchia duro: «La legge elettorale non prevede l'indicazione del candidato-premier ma del capo della coalizione - dice a proposito della fuga dal duello - è tra capi delle coalizioni che si devono svolgere i dibattiti, ma la paura fa 90 e i vari signori temono il confronto». Poi due battute sul comunismo che «non è finito. Dell'antica ideologia comunista (quelli del Pd, ndr) hanno l'invidia verso chi è riuscito a farsi una posizione e quindi si preparano a colpire con una super tassazione quegli italiani moderati che col loro lavoro hanno messo da parte qualche risparmio». Pensiero a Vendola: «Lo mando in paradiso, ma in un paradiso comunista, a Cuba o in Corea del Nord... Così forse capisce cos'è il comunismo...».

Non mancano gli elogi a Renzi, invece: «È stato spinto in un angolo», dice. Ma il sindaco di Firenze gli piace: «Anche i miei figli ebbero un'ottima impressione di Renzi, venuto ad Arcore come sindaco. Lui è un socialdemocratico, un liberale». Quindi il nodo candidature: «Dell'Utri candidato? Sarà il nostro comitato di presidenza a esaminare la lista dei nostri candidati e a decidere. Ma credo che passerà la linea dell'esclusione di chi ha avuto una condanna definitiva». Quindi promette: «Rifaremo partire il progetto del ponte sullo Stretto di Messina che l'ex ministro Di Pietro ha bloccato in 5 minuti perché avrebbe disturbato il volo dei gabbiani e le rotte dei delfini».
«Il processo Ruby è una comica, una farsa, una montatura. Strano che i pm non abbiano voluto ascoltarla.

È tutto chiaro, non c'è niente da chiarire - dice alla D'Amico in serata - ma parliamo di cose che interessano agli italiani». Risposarmi? «Non sarebbe corretto esprimermi su questo nei confronti di mia moglie e della mia fidanzata».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica