Roma Non hanno applaudito, non si sono alzati in piedi. I soldatini di Sinistra ecologia e libertà compattamente hanno ufficializzato ieri nell'aula di Montecitorio la fine della fulminea alleanza con il Pd, così come l'aveva concepita Bersani. I tempi cambiano, Sel no. Il presidente della Repubblica ha pregato tutte le forze politiche di lasciare da parte l'«orrore» che per un ventennio ha tenuto la sinistra lontana da Berlusconi. Quel rifiuto non ha più senso di esistere. Il presidente del Consiglio Letta ieri nel suo discorso inaugurale alla Camera ha lanciato la Terza Repubblica: basta con gli anni di contrapposizioni che hanno allontanato la gente della politica. Ma il leader di Sel, Nichi Vendola, rimane nel passato. E in nome dell'odio che fu, non riesce ad atterrare nel presente. «Il discorso di Letta è stato fondato sulla rimozione della natura della destra», scrive a caldo su Twitter. Parla del pericoloso concetto di natura, che se usato male può avere persino un'accezione razziale. Definisce Berlusconi e il berlusconismo «un cancro che è entrato nel tessuto sociale».
Vendola spara contro il Nemico e contro tutti. Dalle colonne del Fatto Quotidiano di ieri, già aveva gridato il suo sonoro «no» a questo governo, più furioso di Grillo: «Come si fa a riabilitare Berlusconi che ora passa per un leader responsabile? Ma come si fa a fare un governo con chi ha fatto la riforma Gelmini? Il centrosinistra ha avuto paura di confrontarsi con il cambiamento e si è infilato nella macchina del tempo tornando alla prima Repubblica». Ma nella macchina del tempo sembra essersi avvitato Vendola, protagonista di una delle alleanze politiche più fallimentari degli ultimi tempi: meno di sei mesi è durato il matrimonio con il Pd, dal giorno in cui Bersani lo preferì a Di Pietro. Al primo ostacolo, il voto per il presidente della Repubblica, la rottura. Ora l'opposizione totale.
«C'era un'altra strada - prosegue il leader Sel nell'intervista - Non è vero che ci siamo fatti umiliare da Grillo. Per carità, lui è colpevole di fissità politica». Per ora non nasce un'alleanza, «ma dovevamo sfruttare - spiega l'ex governatore della Puglia - il segnale offerto dal Movimento con i dieci candidati al Quirinale. Se Letta, con uno sforzo di fantasia, ha reso spendibili alcune facce nuove del suo governo, noi eravamo nelle condizioni di spendere persone molto più forti e credibili per formare un esecutivo».
Il discorso del premier di ieri è stato «intelligente ed ecumenico», ha valutato poi nel pomeriggio il numero uno della sinistra di opposizione, «ma noi non neghiamo la nostra natura contraria alla destra», aveva spiegato al Fatto, ed è dunque il Pd «che ha tradito», non Sinistra e Libertà («Io non ho tradito nulla»). «L'abbraccio con Berlusconi è il peccato originale di un governo che danzerà sul fantasma del conflitto d'interessi».
Letta ha parlato di emergenza lavoro e di giovani, ha ricordato che occorrerà pensare ad una mobilità per i disabili. Ma Vendola ha deciso: mischiarsi al Pdl è sacrilegio: «Caro Letta, nel tuo discorso non c'è una parola sul diritto di avere diritti».
Eppure a Sel i contenuti di Letta non sono dispiaciuti.
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